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NEGOZI MULTATI IL PRIMO MAGGIO. L'ADUC LI RINGRAZIA PERCHE' APERTI. NUOVE INIZIATIVE PER LIBERTA' DI MERCATO E DIRITTI DEI CONSUMATORI
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
3 maggio 2008 0:00
 
In Italia e' obbligatorio celebrare la festa dei lavoratori non lavorando! La notizia riportata dai quotidiani e' che il primo maggio a Firenze, ventuno negozi sono stati 'colti in flagrante' e multati. La loro colpa? Quella di lavorare durante il giorno in cui si festeggia il lavoro.
Sembrano cronache di un'era remota, di una citta' medioevale in cui il tempo della chiesa si scontra con il tempo del mercante, per dirla con il grande storico Jacques Le Goff. Solo che al tempo della chiesa, si e' aggiunto anche il tempo delle corporazioni (le 'conf', le 'asso', etc.), il cui scopo sembra quello di limitare la competizione fra i propri iscritti, piuttosto che stimolarla.
Come una chiesa (e spesso insieme alla Chiesa), con l'aiuto di Governi nazionali e locali conniventi e deboli, impongono divieti basati su calendari piu' o meno 'sacri': niente lavoro la domenica, il primo maggio, il 25 aprile, il Natale, niente aperture 24 ore su 24. A meno che, come nel Comune di Cagliari, il primo maggio non corrisponda con la festa di Sant'Efisio, il patrono della citta', ed allora tutti i negozi possono stare aperti. Per chi non ha "santi protettori" arrivano invece le multe, nuova forma di remissione dei peccati del mercante.
Il tutto a scapito dei lavoratori che vorrebbero lavorare, e soprattutto dei cittadini che magari proprio in quelle giornate potrebbero fare acquisti con piu' calma avendone tutto il tempo. Oggi, nel XXI secolo, i consumatori sono invece costretti a fare le spese durante i giorni feriali, magari frettolosamente quando escono da lavoro.
A quei ventuno negozi multati a Firenze, e a tutti quegli esercizi che hanno subito la stessa sorte nelle altre citta' italiane, l'Aduc esprime solidarieta' e gratitudine.
Un consiglio per il prossimo anno: se deciderete di rimanere aperti anche il prossimo primo maggio, chiedete ai clienti un piccolo contributo per far fronte all'eventuale multa. Siamo convinti che molti consumatori, pur di poter fare un po' di shopping quando hanno il tempo per farlo, sarebbero disposti a pagare un po' di piu' in segno di solidarieta' e gratitudine.
Per quanto ci riguarda, invece, contro corporazioni e condizionamenti religiosi, cercheremo di intervenire legislativamente perche' la legge Bersani del 1998 che liberalizzava gli orari e le licenze degli esercizi commerciali, non sia solo un feudo di potere di amministrazioni regionali e comunali. Ci avevamo gia' provato nella passata legislatura con una interrogazione parlamentare che non ha mai ricevuto risposta (1). Cosi' come ci ha provato con una recente indagine l'Antitrust che, mettendo il dito nella piaga, ha denunciato la violazione della legge da parte delle Regioni (1). Ora, anche grazie a questi negozi temerari, cercheremo di dare il "colpo di grazia" agli affossatori del mercato e dei diritti dei consumatori.
   
Note:
(1) Paragrafo 384 dell'Indagine conoscitiva dell'Antitrust sulla distribuzione agroalimentare IC/28: "hanno adottato indirizzi per l’insediamento delle attivita' commerciali e criteri di programmazione urbanistica che hanno di fatto prodotto una cristallizzazione degli assetti concorrenziali esistenti, non coerente con lo spirito della riforma"
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