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NUOVE NORME PRIVACY
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Comunicato 
30 gennaio 2002 0:00
 


SOLO PER IL BASSO LIVELLO, MENTRE PER L'ALTO I POTERI DI INTRUSIONERIMANGONO INVARIATI. IL CASO DEL METODO DI RISCOSSIONE DEL CANONE/TASSA DELLA RAI

Firenze, 30 gennaio 2002. Il Garante della Privacy ha presentato le novita' che, dal prossimo 1 febbraio, saranno introdotte per una migliore efficienza del sistema di garanzia della riservatezza.
Ben vengano gli aggiornamenti e gli adeguamenti alle nuove realta' -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- ma ci sembra che uno delle carenze principali della legge, non viene lontanamente scalfitta in questo aggiornamento. Cioe' il fatto che esistono due livelli di approccio alla riservatezza: quello superiore dove tutto e' possibile in quanto chi decide e dispone e' la pubblica amministrazione, e quello inferiore, dove i privati sono circondati da una serie di norme e diritti che, poi, sono quelli aggiornati dalle nuove disposizioni. Sembra quasi che in questi primi cinque anni di applicazione della legge 675, non sia successo nulla, e che siamo stati testimoni di uno Stato e una Pubblica Amministrazione che hanno usato tutte le correttezze e riservatezze possibili nei suoi rapporti con gli amministrati. Forse sarebbe stato il caso di fare una disanima di quanto accade quotidianamente in molte pubbliche amministrazioni, e rendere pubblico lo stato dei fatti: stiamo parlando di norme che vengono applicate a sproposito, se non per difendere le vere e proprie manchevolezze della pubblica amministrazione. Valgano per tutti due esempi, uno generico e l'altro piu' preciso.
Nel primo caso parliamo di quelle amministrazioni che, per non comunicare i nomi dei responsabili di atti pubblici, si trincerano dietro la privacy, o la usano per coprire vere e proprie manchevolezze. Al nostro servizio di consulenza in Internet, riceviamo frequentemente queste segnalazioni (in particolare per le multe del codice della strada), ma l'Aduc e' solo un mini-osservatorio, per cui, una fotografia della situazione sarebbe stata piu' che opportuna, essenzialmente per lanciare l'allarme e scoraggiare chi applica la legge in questo modo.
Nel secondo caso facciamo l'esempio delle lettere che, da parte dell'Urar/Rai, quotidianamente arrivano a casa di chiunque abbia una residenza anagrafica, o un contratto del telefono o della luce, in cui, in modo spesso minaccioso si da' per scontato che chi la riceve sia un evasore del canone/tassa della Rai e gli si danno piu' o meno velati ultimatum per ovviare al suo stato criminogeno. La Rai attinge questi dati proprio grazie al suo appartenere al cosiddetto primo livello della legge sulla privacy: trattandosi di una tassa, la sua riscossione non prevede limitazioni nell'indagine. Ma, per l'appunto, "la sua riscossione", che e' cosa diversa dal sospettare chiunque come evasore per il solo fatto che esiste, e bombardarlo di minacce a casa.
Cosa intende fare il Garante per un uso cosi "sbarazzino" dei privilegi offerti dalla legge sulla Privacy. Prendiamo atto che, per il momento, non e' dato saperlo.
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