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PATENTE A PUNTI. FINALMENTE UNA COSA SENSATA, MA E' POCO
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Comunicato 
16 settembre 2005 0:00
 

Firenze, 16 Settembre 2005. La decisione del consiglio dei ministri di varare il decreto legge "salva punti" e' una iniziativa positiva, perche' mette i puntini sulle "i" dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimita' della decurtazione dei punti al proprietario di un mezzo multato e che non era stato immediatamente fermato per la identificazione del conducente. Con la retroattivita' del valore della sentenza, tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.
Vedremo, pero', quali saranno i meccanismi stabiliti per il recupero dei punti gia' sottratti, quando sara' stabilito dal decreto interministeriale, perche' non ci sorprenderebbe qualcosa di kafkiano.
Intanto registriamo -altro fatto positivo- la diminuzione della multa in caso di non segnalazione di chi fosse alla guida da parte del proprietario, dagli attuali 357/1433 a 250/1000 e il tramonto definitivo (speriamo) di chi perorava una multa di 500/2000 euro. E' bene tener presente che, in sede di conversione del decreto in Parlamento, e' possibile ci siano delle modifiche che snaturino questi aspetti positivi. Quindi occorre tenere ancora alte tutte le guardie.
Ci auguriamo anche che questo ripensamento della normativa porti anche ad una piu' ligia interpretazione del codice sullo specifico, per esempio il comma 8 dell'art.180 con cui si comminano le sanzioni suppletive (quella che oggi e' diventata 250/1000). Vi si stabilisce il pagamento della multa a chi non risponde alla richiesta dell'autorita' per la segnalazione di chi fosse alla guida: oggi la multa si fa sia a chi non risponde, sia a chi risponde che non sapeva chi fosse alla guida, mentre secondo noi (e anche alcuni giudici di pace) la norma stabilisce che si deve rispondere alla richiesta, per cui, indipendentemente che si indichi o meno il conducente, la risposta in se' dovrebbe esimere dall'emissione della multa suppletiva. Secondo noi sarebbe opportuno che una circolare ministeriale puntualizzasse questa informazione, ed e' quanto chiediamo al ministero degli Interni.
Nel contempo prendiamo atto che non si e' voluto metter mano alle norme sulla confisca delle moto in seguito ad alcune infrazioni (secondo noi una punizione eccessiva), magari sostituendola con un fermo temporaneo. Per questo auspichiamo che in sede di conversione del decreto si faccia qualcosa.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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