Roma, 20 Ottobre 2006. Mangiate pesce, invitano i dietologi. Gia', c'e' pero' un piccolo problema: il pesce e' inquinato dal mercurio. Questo elemento viene rilasciato da fonti naturali e da quelle artificiali come gli impianti industriali. Nell'acqua il mercurio subisce l'attacco dei microbi e si trasforma in un suo derivato, il mercurio metilico (metilmercurio) che i pesci assorbono dall'acqua e dagli alimenti e che si accumula nei tessuti. Il metilmercurio e' estremamente tossico per il sistema nervoso. Come sempre e' la quantita' che fa il veleno e il metilmercurio e' presente in misura maggiore negli animali acquatici al vertice della catena alimentare, interessa cioe' i pesci che si nutrono di altri pesci, concentrando su di se' il composto tossico. Parliamo, per esempio, del pesce spada e del tonno (grande) che spesso sono presenti sulle nostre tavole. Il consumatore finale, cioe' l'uomo, diventa il vertice della catena alimentare, assumendo il massimo della concentrazione di metilmercurio. La pericolosita' dipende ovviamente dalla quantita' del pesce mangiato e dall'eta' del soggetto. Infatti, sono a rischio maggiore i bambini e le donne incinte che potrebbero trasferire dosi di metimercurio al feto.
Il consiglio? Per i bambini e le donne in gravidanza, o che allattano, sarebbe opportuno evitare di mangiare pesci di grandi dimensioni (spada, tonno, ecc.) e per gli adulti sarebbe opportuno limitarne l'assunzione.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc