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PUBBLICITA' BIMBO OMOSEX/REGIONE TOSCANA. RICERCA DI GLORIA PER CHI NON SA CONQUISTARSELA COL BUON GOVERNO
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Comunicato 
26 ottobre 2007 0:00
 

Firenze, 26 Ottobre 2007. La campagna della Regione Toscana contro l'omofobia, con un bimbo appena nato con l'etichetta "omosexual" e la scritta "l'orientamento sessuale non e' una scelta", e' solo un tentativo riuscito di creare un caso, cioe' di farsi pubblicita' a spese della grancassa mediatica, che non poteva non attivarsi visto l'argomento e il modo di trattarlo.
Ne' piu' ne' meno di quanto ha fatto il Comune di Firenze con le ordinanze sui lavavetri: cioe' "spararla" grossa, non importa se dicendo fesserie da un punto di vista normativo e costituzionale (come per le ordinanze del Comune di Firenze stanno dicendo tutte le autorita' interpellate a vario modo)... "l'importante e' che se ne parli, tanto qualcosa resta" e, piu' che altro, rispetto al clamore del fatto in se', le pur se assennate reazioni, non avranno mai il medesimo strascico mediatico.
E' cosi' la Regione Toscana, facendo strage di secoli di cultura e di piu' di mezzo secolo di lotta politica per i diritti alla propria identita' sessuale, spacciando per liberatorio e anti-discriminazione un messaggio che puo' essere letto anche come razzista, ha puntato i propri riflettori e il denaro pubblico solo sul clamore.
E come e' successo con le ordinanze del Sindaco di Firenze, hanno coinvolto anche molte persone in buona fede: da un parte i cittadini esasperati dalla delinquenza di strada, dall'altra quelli altrettanto esasperati delle discriminazioni di genere; cittadini che, proprio perche' resi disperati dal sistema urbano e culturale frutto di queste amministrazioni, danno credito alla prima occasione che possa sembrare dar loro respiro.
Per quanto ci riguarda, cosi' come abbiamo piu' volte detto (e come lo stiamo portando avanti anche in sede giudiziale per la questione lavavetri), non ci piacciono gli amministratori che urlano, anche con ordinanze e manifesti per strada, e che usano il dispregio della legge e della cultura come grimaldelli delle loro presunte capacita' politico-amministrative. Sul lungo periodo apportano danni, costano inutilmente ai contribuenti e servono solo a creare presunti momenti di gloria a chi non e' in grado di guadagnarseli col buon governo.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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