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RAI/OLIMPIADI. QUANDO IL SERVIZIO PUBBLICO NON COMBACIA CON IL BUSINESS. CHIESTO L'INTERVENTO DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI VIGILANZA
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Comunicato 
14 agosto 2004 0:00
 

Firenze, 14 agosto 2004. Non saranno stati pochi gli italiani che vedendo la sera del 13 agosto la cerimonia iniziale delle Olimpiadi ad Atene, saranno rimasti perplessi per le interruzioni pubblicitarie. Non piccoli flash tipo partite di calcio in diretta, ma minuti e minuti che, quando riprendeva la diretta, ci si doveva sforzare di fantasia per capire cosa fosse successo nel frattempo e riprendere il filo di una solennita' ormai perduta grazie a cioccolatini, dentifrici, sughi etc.
Non si tratta di una solita "tiritera" contro la pubblicita' e le interruzioni pubblicitarie. Noi siamo convinti che, anche una televisione di Stato debba avere introiti dalla pubblicita'.
Ma c'e' modo e modo.
Una cosa (discutibile, ma per altro motivo) e' interrompere un film o un filmato, e poi ripartire da dove si era praticata l'interruzione, ma una cerimonia o un avvenimento in diretta e' un'altra cosa: nessuno ci "risarcira'" di quello che abbiamo perso.
Forse ci sono interruzioni cosi' lunghe durante le partite di calcio in diretta? Succederebbe probabilmente una rivolta popolare se cio' avvenisse. Forse ci sono interruzioni durante la messa cattolica la domenica mattina su RaiUno? No. Forse la cerimonia di Atene era meno solenne di una funzione di una religione, pur se la piu' praticata in Italia? Oltre all'indiscutibile importanza dell'avvenimento, non c'era ad Atene sufficiente solennita' grazie alla presenza di moltissimi capi di Stato di tutto il mondo, incluso il nostro? Cosa c'e' di piu' solenne per l'Italia del presidente della Repubblica?
Se l'essere servizio pubblico comporta privilegiare il business al servizio, c'e' qualcosa che non torna.
Per questo motivo abbiamo girato queste nostre osservazioni alla Commissione parlamentare di vigilanza sul servizio pubblico radiotelevisivo, perche', se il caso, ne tragga le dovute conseguenze.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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