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RC-AUTO E PASTICCI LEGISLATIVI
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Comunicato 
5 febbraio 2002 0:00
 


E' QUELLO CHE STA PER COMBINARE IL LEGISLATORE NEGANDO IL DIRITTO ALLA REFUSIONE DEL DANNO.
COME GIRARE INTORNO AL PROBLEMA, SCONTENTANDO I PIU' E NON RISOLVENDOLO

Firenze, 5 Febbraio 2002. La commissione Attivita' Produttive della Camera ha raggiunto un accordo, ed ha licenziato i dieci articoli del collegato che dovrebbe rappresentare la riforma dell'assicurazione rc-auto. Ora il tutto va alle altre commissioni e poi in aula.
Le novita' che emergono maggiormente sono due: nessun rimborso senza riparazione e le liste dei riparatori. Due obbrobri -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- che confermano l'inutilita' degli interventi legislativi in questo senso, cioe' senza rimettere in discussione la ragion d'essere di questo tipo di assicurazione, l'obbligatorieta'.
Il rimborso dell'assicurazione solo in presenza di una riparazione e' una palese violazione del diritto di ognuno di disporre di un bene e di farne cio' che crede, anche non utilizzarlo piu' o trasformarlo in qualcosa di diverso. Si tratta di considerare l'assicurazione non come un contratto tra due soggetti per la refusione di un eventuale danno, ma come una sorta di garanzia in piu' sull'automobile (oltre quelle legali e dei costruttori), pagata per di piu' obbligatoriamente dall'automobilista: se ha valore solo per la riparazione del danno sullo specifico oggetto, e non per il danno in quanto tale, sarebbe stato meglio farla diventare una condizione essenziale per la vendita dell'auto, e quindi facente parte del prezzo. Ma, per fortuna, cosi' non e', e quindi rimane solo la violazione del diritto di ognuno di disporre del bene.
La lista dei riparatori, pur con il contentino di poter far riparare l'auto da chi non e' nella lista a condizione dell'emissione della fattura (la follia normativa porta anche a codificare sull'ovvio: e' forse legale eseguire una riparazione senza fattura?), e' una imposizione che fa strage del libero mercato. A cosa servono queste liste? Il fatto stesso di essere legalmente a posto per esercitare l'attivita' di carrozziere o meccanico, non e' sufficiente per essere in grado di offrire un servizio ovunque? O forse il legislatore ci vuole dire che non tutti coloro che esercitano il mestiere sono professionalmente affidabili, per cui' c'e' bisogno di una ulteriore credenziale? Ma questa mancanza di affidabilita', perche' dovrebbe restare per coloro che esercitano riparazioni al di fuori della rc-auto? Perche' lasciare sul mercato gli inaffidabili e non, per esempio, modificare le norme a monte in modo che tutti possano essere affidabili? La realta', crediamo, e' che si vuole mantenere un privilegio non codificato, cioe' quello del rapporto economico tra assicurazione e riparatore, con percentuali di guadagno che vanno da una parte all'altra e che, alla fine, rappresentano un costo aggiuntivo per il consumatore. A cui, invece, si cerca di impedire di scegliere liberamente dove e se indirizzare il suo rimborso per cio' che gli sembra piu' opportuno per riparare la sua auto.
Entrambe queste due questioni sono il sintomo di come il legislatore sta girando intorno al problema alimentando la contraddizione di base di ottemperare ad un obbligo essendo costretti a rivolgersi ad un presunto libero mercato (che giocando per l'appunto sull'obbligo, e' manifestamente carente di quella concorrenza senza la quale, il mercato non puo' chiamarsi tale). Noi lo ribadiamo, l'unica soluzione e' l'abolizione dell'obbligo della rc-auto, lasciando ad ognuno la volonta' di assicurarsi i danni che potrebbe ricevere da terzi. Se non si prende in considerazione questa possibilita', le soluzioni/non-soluzioni come quella del collegato licenziato dalla commissione della Camera, continueranno ad occupare inutilmente il tempo dei nostri legislatori, scontentando tutti.
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