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REALITY SHOW. LA RAI, DOPO IL CANONE/TASSA CONTINUA A PRENDERCI IN GIRO CON "SPETTACOLI REALTA'" CHE SONO PROPRIO IL CONTRARIO. W CECCHERINI
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Comunicato 
20 ottobre 2006 0:00
 

Firenze, 20 Ottobre 2006. Siamo proprio contenti che l'attore Massimo Ceccherini sia stato buttato fuori dal reality show "L'isola dei famosi". Forse qualcuno aprira' un po' di piu' gli occhi e guardera' meglio dentro i portafogli della Rai, si' da valutare quanti soldi si stanno spendendo per prendere in giro i telespettatori e come si stanno spendendo. Siccome stiamo parlando del servizio pubblico televisivo, quello fatto coi soldi dei contribuenti, quei soldi che vengono rastrellati anche prendendo in giro gli stessi facendo loro pagare una tassa che chiamano canone/abbonamento, e' piu' che doveroso intervenire per evidenziare come la presa in giro non si fermi solo al momento fondante del contratto della Rai con lo Stato -quello economico- ma proceda anche in cio' che viene prodotto e rifilato con questi soldi.
Chi non vive in un convento di clausura ogni giorno si imbatte in bestemmie e parolacce, che' sono pronunciate ovunque, anche nel campetto di calcio dell'oratorio della parrocchia sottocasa. Ma quando cio' accade in un reality... apriti cielo: volti seri e turbati dei presentatori, regolamenti severi con notai altrettanto severi, moralizzatori di varia tacca che si pronunciano su quanto male e' stato consumato e cosi' via. Stiamo parlando di una trasmissione che, stando al tipo, dovrebbe essere uno "spettacolo realta'".... ma sembra proprio che sia una realta' diversa da quella che ognuno di noi ascolta nella propria giornata, tanto diversa che e' finta, e allora, perche' non li chiamano "fiction show"? Mentre con "fiction" indicano proprio quei telefilm e telenovelas che sembrano -"spiccicati" e a parte quelli surreali e di fantasia, ovviamente- proprio come la nostra quotidianita'?
Certo, da chi chiama canone una tassa non ci si poteva aspettare altro che chiamasse "reality" un gruppo di santarelli che non parlano neanche come mangiano.
Fintanto che queste trasmissioni ce le propone una tv privata... cavoli loro! Ma se ce li propone la tv fatta coi nostri soldi, non ci sentiamo affatto sereni e siamo incazzati (per usare lo stile aborrito...).

Quindi ben venga il Ceccherini che torna in Toscana, che' forse potra' servire a far meglio scegliere i telespettatori rispetto alla qualita' di quel tipo di programmi.
La Commissione di vigilanza potrebbe intervenire, non per non far dire bestemmie e parolacce (la questione proprio non ci interessa), ma perche' non si continui a prendere in giro contribuenti e telespettatori rispetto alla lingua che ad ognuno e' stata insegnata a scuola, e perche' non si continui a sperperare i soldi pubblici con questi programmi.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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