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RIFIUTI IN CAMPANIA: UN ESEMPIO DELL'ITALIA DEL NON FARE
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Comunicato 
10 gennaio 2008 0:00
 

Roma, 10 Gennaio 2008. L'emergenza rifiuti in Campania ripropone il dilemma dell'Italia del non fare. Si possono smaltire i rifiuti? Certamente si' a patto di avere le idee chiare e di decidere di attuarle. I rifiuti vanno inceneriti. Si', servono gli inceneritori, che oggi vengono chiamati termovalorizzatori (come i bidelli sono diventati operatori scolastici). Il problema della diossina e' risolto con i post-combustori e i rifiuti solidi urbani, previa selezione del materiale riciclabile, sono una preziosa fonte di energia. Nel 1993 e' stato calcolato che la sola Regione Lazio poteva ricavare energia dai rifiuti per un valore di 500 miliardi l'anno. Qualcuno fa l'ingenuo, pensa che l'Italia (300mila kmq) sia l'Australia (7,6 milioni di kmq) e la "monnezza" possa essere scaricata in una buca e ricoperta di terra, altri piu' furbi hanno pensato di farne un affare, piu' o meno lecito: 1,2 kg di rifiuti giornalieri a testa, per 58 milioni di italiani, per 0,050 euro medie al kg, sono un bel guadagno. Ma le discarica non sono infinite, si esauriscono e occorre trovarne altre. Cosi' invece di decidere di costruire gli impianti di incenerimento, si scelgono soluzioni "urgenti e contingibili", che servono solo a rinviare il problema. La responsabilita' primaria e' delle Regioni che alla prova dei fatti hanno dimostrato tutta la loro incapacita'.
Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc
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