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RIPRENDE VIGORE IL PARTITO DELL'AUTOMOBILE
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Comunicato 
19 febbraio 2002 0:00
 


QUANDO LA FIAT CHIAMA L'ITALIA RISPONDE. ORA TOCCA AL MINISTRO DELL'AMBIENTE

Firenze, 19 Febbraio 2002. Il grande smacco alla Fiat dell'annullamento del salone dell'automobile di Torino, ha subito trovato un salvatore: e' il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli? Ce lo domandiamo -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- perche' il ministro e' stato preciso nel porre il problema (intervento del Governo contro la crisi delle vendite), ma fumoso nell'indicare i rimedi (no alla rottamazione, ma servono interventi strutturali che facciano ripartire il mercato, e per questo ha chiesto l'intervento dei ministeri dell'Economia e delle Attvita' Produttive).
Non appena la Fiat ha lanciato il grido di dolore, ecco pronta la risposta, ma, nonostante le buone intenzioni dichiarate si tratta di una risposta che punta solo ed esclusivamente al rinnovo del parco auto. Per avere automobili meno inquinanti, ma pur sempre automobili. E lo capiremmo se fosse il ministro della Fiat, mentre ci lascia perplessi essendo Matteoli il ministro dell'Ambiente. Il celebre motivo conduttore della Fiat (privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite) si riconferma, questa volta con il motivo della salvaguardia ambientale, ma pur sempre sulle tasche dei consumatori che saranno costretti ad acquistare nuove auto, pena l'impossibilita' di muoversi.
Ci saremmo aspettati altre indicazioni dal ministro dell'Ambiente, centrate sulla mobilita' degli italiani in generale, per esempio: sul monopolio delle Fs che impedisce il moltiplicarsi di offerte per il trasporto su rotaia (merci e passeggeri) e i relativi investimenti per la moltiplicazione dei binari sull'insufficienza del sistema aeroportuale e la scarsa liberalizzazione delle rotte aeree, e la conseguente mancanza di concorrenza e offerte per rendere il trasporto aereo competitivo anche con quello su gomma sulle autostrade del mare (soprattutto per le merci), a cui si continuano a dedicare convegni, ma su cui non c'e' uno straccio di progetto in fase di realizzazione sui monopoli dei trasporti pubblici locali, fermamente in mano ad amministrazioni locali che, per mantenerlo, non riscrivono i sistemi urbani di mobilita' facendo spazio a gare per una mobilita' continua non-inquinante Solo alcuni esempi di cio' che sono oggi i problemi della mobilita' legati a quelli dell'inquinamento. Non affrontarli, come fa il ministro dell'Ambiente puntando tutto sulla socializzazione dei problemi della Fiat, significa solo riproporre formule gia' perdenti in partenza. Forse il ministro ha dimenticato che i giorni dei blocchi del traffico urbano hanno dimostrato (non essendoci stati risultati tangibili, se non grazie alle mutate condizioni climatiche che hanno spazzato via l'inquinamento) che il problema non era essenzialmente nel parco delle auto circolanti, ma piu' complesso? E di fronte a questa complessita' la risposta piu' sbagliata e' quella di puntare sull'auto. Quando la Fiat chiama, l'Italia risponde?
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