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RISCALDAMENTO E RISPARMIO: QUANDO UNA LEGGE NON SERVE
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Comunicato 
13 maggio 2004 0:00
 

Roma, 13 Maggio 2004. Primavera insolita questa del 2004, con le coperte sul letto e un bel maglione in casa. A dire il vero in alcune localita' fa ancora piuttosto freddo ma la normativa (1) non consente di tenere accesi i termosifoni, il che ha del paradossale: monsieur Lapalisse direbbe che i caloriferi vanno accesi quando fa freddo e spenti quando fa caldo. In Italia i seguaci del buon senso, che non e' il senso comune, sembra siano una sparuta minoranza. Ci sono giornate invernali durante le quali accendere i termosifoni oltre qualche ora e' puro spreco e fasi primaverili che invece necessitano di qualche ora di caldo. Niente da fare. Cosi' si sviluppano sempre di piu' gli impianti individuali, che sono ragionevolmente calibrati sulle esigenze familiari e climatiche, o si acquistano stufe elettriche che portano ad un consumo complessivo nazionale piu' elevato. Controllare queste situazioni specifiche e' praticamente impossibile (quale vigile urbano bussera' alle porte di casa per verificare se l'impianto autonomo e' in funzione?). Cosi' non si fa risparmio energetico e in ufficio o a scuola, luoghi dove la legge e' applicata, ci si prendera' un malanno, con un aumento della spesa sanitaria. Che bravi questi nostri legislatori!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
(1) Legge n. 373/1976; Regolamento n. 1051/1977; Decreto 10.3.1977, Decreto n.478/1979; DPR n.412/1993.
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