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Ru486. Garantire il diritto ad abortire
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Comunicato di Vincenzo Donvito
3 agosto 2009 0:00
 
Vista la "caciara" anti-scientifica che continua a far rumore inseguito alla decisione dell'Aifa sulla commercializzazione della pillola abortiva Ru486, sara' bene che le autorita' svolgano uno dei loro principali compiti: garantire l'applicazione della legge 194 sull'interruzione della gravidanza. Visto che:
- le percentuali di medici obiettori sono sempre molto alte (quasi sempre dovute all'effetto trascinamento carrieristico causato dai primari obiettori);
- i recenti dati diffusi dal ministero le danno anche in aumento;
- ci sono zone del nostro Paese in cui abortire (con o senza Ru486 e' irrilevante) e' impossibile e chi vuole farlo e' costretta a lunghi viaggi;
- gli aborti sono si' in calo nelle donne italiane, ma non in quelle immigrate. Le recenti norme che hanno introdotto il reato di clandestinita' non potranno che far aumentare il numero degli aborti fra le immigrate e soprattutto effettuato fuori delle strutture ospedaliere e con gravi pericoli per la loro salute; e l'assenza di una diffusa presenza territoriale non potra' che incrementare questa situazione;
Ci domandiamo cosa verra' fatto per far si' che cio' che la legge garantisce, il diritto ad abortire, non sia vanificato dall'assenza di strutture. Crediamo che debba essere preciso compito dell'autorita' far si' che ogni ospedale, cosi' come avviene per operazioni semplici che non richiedono particolari professionalita', in presenza di un reparto di ginecologia debba far si' che in quel reparto possa essere praticato l'aborto.
La caciara sulla Ru486 non deve far perdere di vista questo problema che esisteva prima dell'introduzione dell'aborto farmacologico e che, in questo contesto di totale anti-scentificita' mascherata da morale, corre il rischio di subire un nuovo incoraggiamento.
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