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RU486. MEDICI ITALIANI ACCUSATI DI REATI CHE ALL'ESTERO NON POTREBBERO ESISTERE
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
19 febbraio 2008 0:00
 
Giunge da Torino la notizia della chiusura delle indagini sulla sperimentazione della pillola RU486, indagini che potrebbero portare al rinvio a giudizio di quattro medici torinesi dell'ospedale ostetrico ginecologico Sant'Anna. L'indagine nasce dal fatto che i medici lasciavano andare a casa le donne fra una somministrazione e l’altra dei farmaci abortivi, contravvenendo cosi’ ad un protocollo dell’Istituto superiore di Sanita’ che prevedrebbe l’ospedalizzazione continua sino a fine trattamento.
Siamo allibiti! La pillola Ru486 e’ legale da anni in quasi ogni Paese occidentale, e’ raccomandata dall’Organizzazione mondiale della Sanita’, approvata dalle agenzie del farmaco Usa e Ue. E praticamente ovunque la si assume fuori dal regime di ricovero.
Ma in Italia non vi e’ ancora stato un singolo ministro della Salute che abbia garantito alle donne gli stessi diritti che da anni e decenni hanno le donne europee. Medici come quelli di Torino, per poter offrire alle donne una scelta rispetto all'aborto chirurgico, hanno dovuto condurre sperimentazioni di cio' che e' gia' iper-sperimentato nel resto del mondo. Altri medici sono stati costretti a fare richieste individuali in quintuplice copia per l'importazione dall'estero del farmaco, una confezione alla volta, con il timore che non arrivassero in tempo per poterle somministrare.
Non solo ora non si riconosce il loro prezioso lavoro, ma li si persegue per reati che all’estero semplicemente non potrebbero esistere, in quanto la scienza medica e non la dottrina cattolica e’ alla base della politica sanitaria. Il tutto mentre appare evidente che il Sistema sanitario nazionale e’ ormai incapace di offrire a tutte le donne italiane il diritto all’interruzione di gravidanza a causa dell’enorme numero di medici obiettori. Problema che con la pillola Ru486 sarebbe drasticamente ridimensionato.
Siamo certi che la magistratura vorra’ porre fine a questa caccia alle streghe e restituire un briciolo di dignita’ ad un Sistema sanitario che ha calpestato per anni i diritti delle donne italiane.
 
 
 
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