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SEQUESTRO SITO INTERNET INDYMEDIA. A CHI GIOVA? E' PIU' IMPORTANTE LA CENSURA DELLA LIBERTA' D'ESPRESSIONE? I GIUDICI DEVONO GIUDICARE LA COSCIENZA DEGLI INDIVIDUI?
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Comunicato 
5 maggio 2005 0:00
 

Firenze, 5 Maggio 2005. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo di una parte del sito di Indymedia per vilipendio della religione cattolica e della figura del papa: vi era riportata un'immagine di Benedetto XVI in camicia nazista e alcune parole offensive in lingua spagnola.
Noi siamo tra coloro che credono che una religione per farsi apprezzare non abbia bisogno di essere difesa da chi presumibilmente la vilipende: convincimento che vale per qualunque religione in qualunque parte del mondo, specialmente li' dove, come in un certo modo anche in Italia, si fa Stato, e quindi smette di parlare solo alle coscienze e vi aggiunge anche una sorta di credo civico.
Ma -ci si fara' notare- il reato di vilipendio alla religione c'e', cosi' come c'e' l'obbligatorieta' dell'azione penale da parte del giudice. E' vero. Cosi' come e' vero che le leggi si possono cambiare perche' non rispondono piu' ai tempi in cui viviamo: c'e' qualcuno che lo sta facendo, oppure dobbiamo credere che punire il presunto vilipendio della religione serve a garantire il nostro ordine pubblico? E quanto puo' un'opinione essere tale, senza creare danno al alcuno? Quando puo' un'opinione essere considerata vilipendio? E soprattutto, ammesso che il reato di vilipendio abbia ancora una logica in una societa' come la nostra, chi giudica chi? Il giudice -ci si dira'- perche' queste figure ci sono per questo. Sembrerebbe una risposta semplice e naturale. ma siamo sicuri che ci possa essere un giudice per la coscienza di un individuo, perche' e' di questo che stiamo parlando?
Se dalle parole di presunto odio religioso profuse dal sito di Indymedia fosse partita una squadraccia a impedire che si tenesse un rito della chiesa cattolica romana o, peggio, avesse in qualche modo fatto violenza ai fedeli di quel credo, allora si' che l'azione penale avrebbe un senso civico verso quella specifica azione.
Siamo anti-religiosi per questo?
Discorso che ovviamente non vale solo per la religione, ma per qualunque opinione sia espressa dall'essere umano. La liberta' d'espressione e di opinione o c'e' per tutti e per tutto o non c'e'. E questo non vuol dire che se qualcuno ha ricevuto un danno dall'espressione di un'opinione, non debba per questo solo subirlo, ma, dimostrando questo danno, crediamo che sia legittimo che cerchi di rivalersi attraverso la giustizia; ma, per l'appunto, dimostrando questo danno, non per il solo fatto che l'opinione sia stata espressa.
Altrimenti dobbiamo ritenere che nei nostri codici la censura ha piu' importanza della liberta' espressione.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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