testata ADUC
SI FUMA MENO MA NON TRA I GIOVANI. IL PROIBIZIONISMO NON PAGA MAI
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
24 gennaio 2008 0:00
 

Firenze, 24 gennaio 2008. I dati diffusi dal ministero della Salute sui "risultati" della legge antifumo a tre anni dall'entrata in vigore, se da un alto sembrano essere confortanti (22,1% di fumatori nel 2007 rispetto al 23,9% del 2003), sono invece allarmanti per quanto riguarda i giovani: 28,8% tra i 20-24enni e, soprattutto, un aumento del 60% dal 2000 al 2005 tra i giovani con meno di 14 anni che hanno iniziato a fumare.
Una volta c'erano solo i genitori che dicevano ai ragazzi di non fumare, ma quando si andava al cinema o a ballare non si poteva farne a meno, e non passare dalla sigaretta per il transito dalla puberta' all'adolescenza era una rarita'. In questi ultimi anni, invece, tra leggi restrittive, divieti un po' dovunque e stili di vita salutisti piu' o meno propagandati, le "pressioni" sui giovani sono aumentate e i risultati si dovrebbero vedere... ma non e' cosi'. Anche se i dati sui ragazzi con meno di 14 anni a disposizione sono ante legge-Sirchia, ammesso che quest'ultima possa avere avuto un'influenza su di loro, le percentuali da sottrarre sarebbero comunque minime, per cui quel 60% di aumento ci appare in tutta la sua grandezza e preoccupazione.
Probabilmente a non funzionare e' il proibizionismo (essenzialmente culturale) che, innegabilmente tra il 2000 e il 2005 e' stato maggiore che negli anni precedenti. Lo stesso proibizionismo (non solo culturale in questo caso) che non funziona sugli spinelli. Il fumo da tabacco, come quello da spinello, e' in aumento vertiginoso tra i giovani, e se qualcuno crede che un maggiore proibizionismo, culturale e normativo/legislativo, possa far crollare queste percentuali, e' solo un illuso o in malafede. Solo chi e' stato adulto travestito da ragazzo puo' far finta di non comprendere. Per cui, a nostro avviso, compito dell'educatore e del legislatore e' quello di tener conto di questi dati e di questi aspetti culturali, ma non perche' si dovrebbe aspirare ad un mondo in cui nessun giovane fumi piu', ma perche' si rivedano le politiche informative in materia, non basandole piu' sul solo terrorismo salutistico (vedi scritte sui pacchetti di sigarette), ma sull'informazione e la presa di coscienza degli individui. Certamente non ci saranno risultati miracolistici, ma quantomeno sara' un tentativo di modificare un tipo di comunicazione che fino ad oggi ha dato risultati negativi.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Pubblicato in:
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS