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TASSA PANORAMA/FIRENZE
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Comunicato 
25 gennaio 2002 0:00
 


ALTRE TRA CAUSE VINTE: SIAMO A QUOTA 36

Firenze, 25 gennaio 2002. Ancora udienze per la cosiddetta tassa sul panorama, presso il giudice di pace di Firenze contro il Comune di Firenze. I tre ricorsi di oggi sono stati vinti, condannando il Comune al pagamento delle spese legali, 200.000 lire per ricorrente.
Trentasei sono le cause vinte finora. Una lo scorso mese di maggio, quindici lo scorso 25 settembre, cinque il 30 ottobre, due il 20 novembre, una il 19 dicembre, nove il 28 dicembre, e tre oggi 25 gennaio 2002. Le cause istruite sono oltre cento, e per diverse di esse la sentenza deve ancora arrivare.
Il giudice ha accolto i ricorsi che impugnavano le cartelle esattoriali, perche’ mancava l’indicazione dell’autorita’ a cui ricorrere. Sono state ritenute illegittime perche’ non tutelavano i diritti del contribuente, non mettendolo in condizione, come prescrive la legge, di fare ricorso.
I ricorrenti sono stati assistiti dalla studio legale dell'Aduc, dagli avvocati Anna Maria Fasulo, Massimo Morettoni e Claudia Moretti.
E quindi anche il "2002 della tassa sul panorama" si inaugura con condanne verso il Comune di Firenze, e soprattutto la sua arroganza che, per errori (e' bene ricordarlo) formali, non si rassegna a riconoscere di aver sbagliato, ma sta facendo ricorso alla Corte di Cassazione, dove noi, ovviamente, ci stiamo costituendo per far valere le ragioni dei ricorrenti.
Le sentenze di oggi -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- sembra quasi che caschino nel momento opportuno, cioe' quando il Comune di Firenze sta informando su come sia ben organizzato ed efficiente il suo settore "condono edilizio", con 85 mila pratiche (dal 1998) di cui ne ha evase 30 mila: una raffica di dati da cui non comunica, pero', la quantita' delle gabelle che sta cercando di incassare con quella che, giornalisticamente, e' stata soprannominata la tassa sul panorama: cioe' la richiesta di "saldo" a chi era gia' stato condonato (anche da decine di anni, e spesso richieste rivolte agli eredi di chi a suo tempo aveva presentato la richiesta di condono) grazie ad un cilindro da cui, complice l'allora ministro dei Beni Culturali Walter Veltroni, fu tirata fuori una legge del 1939 che stabiliva il pagamento del danno ambientale. Questo anche in immobili le cui parti -gia' condonate!- non avevano a che fare con la deturpazione dell'ambiente, e nonostante il Difensore Civico della Toscana avesse ricordato al Comune che quelle norme del 1939 erano state gia' recepite in altre leggi successive che lo stesso Comune aveva gia' applicato e gia' fatto pagare. Ma quando c'e' da riscuotere soldi, la squadra di questo ufficio fiorentino e' stata addestrata a calpestare, oltre che il diritto, anche l'evidenza. E nonostante il giudice, fino ad ora, gli abbia dato torto per 36 volte, non ha trovato di meglio che reagire -con i soldi dei contribuenti- mobilitando fior fiore di avvocati per cause e ricorsi (come quello in Cassazione) che se non dovesse perdere, sarebbero da ricorso alla Corte di Strasburgo.
Il ricorso nel merito della tassa sul panorama valeva e vale se fatto al Tar, ma ogni contribuente avrebbe dovuto spendere quantomeno un paio di milioni di lire, ed essendo gli importi medi richiesti di 1.400.000 lire, va da se' che chiunque si sarebbe scoraggiato. Per questo l'Aduc deposito' al Tar della Toscana alcuni ricorsi "pilota", e consiglio’ ai contribuenti di aspettare le ingiunzioni di pagamento e poi fare ricorso al giudice di pace, perche' bloccasse le richieste in attesa della pronuncia del Tar. Cosi' in molti hanno fatto, pur con le novita' che si sono inframmezzate nella vicenda, tra cui l'auto-diminuzione dell'oblazione fatta dall'amministrazione per dare un contentino ai mugugni interni alla sua stessa maggioranza di governo.
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