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TASSE E RENDITE FINANZIARIE. ADUC CONTRO VISCO
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Comunicato 
24 maggio 2006 0:00
 

Roma, 24 Maggio 2006. Ci risiamo. Il viceministro all'Economia, Vincenzo Visco, vuole tassare le "rendite", come gia' previsto, con rocamboleschi giri, dall'allora candidato alla Presidenza del Consiglio, Romano Prodi.
Attualmente esistono due aliquote, una al 12,5% per le "rendite" da capitale, (interessi, dividendi, e plusvalenze da titoli obbligazionari e azionari) e una al 27% per i depositi bancari, conti corrente e certificati. La differente tassazione ripropone lo strabismo dei vari governi sulla tassazione. Per costoro le "rendite" da depositi bancari sono diverse da quelle provenienti da investimenti azionari, che infatti vengono tassati in modo differente. Dove e' la differenza? I depositi vengono utilizzati dalle banche per i loro affari, cosi' come le azioni in borsa supportano le imprese nelle loro attivita', entrambe generano iniziative di vario tipo, industriali, artigianali, ecc. Non si capisce, inoltre, perche' il viceministro Visco continui a parlare di "rendite" con una riflesso negativo, quasi si trattasse di parassitismo. Ognuno del proprio denaro fa cio' che vuole e se ne ricava dei redditi perche' dovrebbe essere considerato uno sterile parassita? Livellare su una unica percentuale i guadagni da capitale e da depositi significa incrementare le entrate di circa 2 miliardi di euro, che coprirebbe del 20% il maggior onere derivante dalla diminuzione del famigerato cuneo fiscale. Insomma e' una operazione di "copertura" che viene giustificata con la tassazione sulle "rendite" finanziarie. Sarebbe opportuno evitare i buonismi di turno.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc.
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