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TEST ANTIDROGA AL PARLAMENTO. IL VERO PERICOLO PER LA PRIVACY E' IL PROIBIZIONISMO, NON LE IENE
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Comunicato 
12 ottobre 2006 0:00
 

Firenze, 12 Ottobre 2006. Come volevasi dimostrare, il test antidroga e' la conseguenza logica dell'approccio proibizionista sulle droghe. Non a caso i piu' agguerriti proibizionisti chiedono a gran voce di rendere il test obbligatorio per tutti i parlamentari.
Il prossimo passo sara' poi estendere il test anche ai ragazzi delle scuole superiori e medie, e poi agli impiegati pubblici, come gia' accade negli Usa, campioni della guerra alla droga.
E cosi', grazie alla legge, la privacy verra' violata "legalmente" e sistematicamente, nel nome della guerra al male.
Il servizio televisivo delle "Iene" doveva far riflettere i parlamentari e tutti i loro elettori sulla straordinaria ipocrisia e inutilita' del proibizionismo. Perche' e' violazione della privacy il test condotto su alcuni parlamentari da una trasmissione televisiva -tanto da censurare un servizio giornalistico- quando la stessa cosa viene imposta per legge a decine di migliaia di italiani? E come giustificare la presenza massiccia di consumo di droghe in un Parlamento che continua a promulgare leggi proibizioniste?
Invece di riflettere su politiche di riduzione del danno -non diciamo neanche di legalizzazione- la reazione prevalente da parte dei rappresentanti della volonta' popolare appare quella di continuare a testa bassa sulla strada del proibizionismo. Quasi tutti ipocritamente scandalizzati, intendono rendere legale cio' che fino a pochi istanti prima avevano denunciato come violazione intollerabile della privacy. Il test non per 50, ma per 1000 parlamentari.
Domani ci sveglieremo e sara' il nostro datore di lavoro a chiederci di fare il test. Poco dopo sara' un agente di polizia a chiedercelo mentre torniamo a casa da lavoro. Ed infine, giunti a casa, troveremo una lettera della scuola di nostra figlia contenente i risultati di un test antidroga.
Ma sappiamo tutti che anche questo non servira' a fermare il consumo di sostanze stupefacenti. Come gia' molti loro concittadini, i parlamentari "dopati" adotteranno stratagemmi per non essere scoperti, magari acquistando campioni di urine pulite online da consegnare a Pier Ferdinando Casini. Il trucchetto verra' eventualmente scoperto da "Le Iene", il cui servizio sara' pero' censurato perche' viola la privacy. Il giorno dopo i parlamentari, quelli scandalizzati, chiederanno a gran voce che siano resi pubblici tutti gli acquisti online per rendere i controlli antidroga piu' efficaci. E cosi' via, nel nome della lotta alla droga.
Morale: il pericolo per la privacy non e' posto dai giornalisti de "Le Iene", ma da leggi sciocche.

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
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