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TRE OVERDOSE DI EROINA: UN MORTO E UNO IN COMA
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Comunicato 
7 luglio 2001 0:00
 


LA "WAR ON DRUGS" ITALIANA FA LE SUE VITTIME, E LE AUTORITA' SANITARIE SVOLGONO LA FUNZIONE DI BARELLIERI E BECCHINI.

Firenze, 7 Luglio 2001. E' successo l'altra sera in provincia di Reggio Emilia: una overdose "collettiva", non di tre sbarbatelli in cerca di una nuova e proibita emozione, ma persone sopra i 30 e i 40 anni che, probabilmente, sapevano cosa stessero facendo. Cosi' come probabilmente non erano al primo "buco", ma nonostante l'esperienza e la conoscenza, M.Z. di 36 anni e' morto, mentre R.B. di 43 anni e' in coma, mentre il terzo ha avuto solo un malore passeggero ed e' stato gia' dimesso dall'ospedale.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Non sappiamo niente della storia di questi tre signori, cosi' come non sappiamo nulla della storia e della vita delle decine di morti e feriti che resteranno sull'asfalto in questo week-end estivo. Due caratteristiche li accomunano: l'anonimato in generale (morti e basta), e l'essere entrambi vittime. Forse qualche foto dall'album di famiglia in qualche cronaca locale per le vittime della strada, ma il piu' rigoroso anonimato per i morti di eroina o, come e' piu' corretto dire, "vittime della politica sulle droghe illegali".
Sono morti immolati alla politica del ministro della Sanita', Girolamo Sirchia, che mai si sognerebbe di vietare l'uso dell'automobile (che ammazza e in quantita' superiore rispetto a cio' che e' correlato all'uso delle droghe), ma che in queste ultime due settimana non ha fatto altro che perorare il divieto assoluto e il blocco di qualunque politica che non si ispiri a questo divieto. Il nostro ministro ha anche perorato politiche contro i divieti del fumo … ma si sa, quest'ultima droga e' una voce non secondaria del bilancio dello Stato che la produce in accordo con la Philip Morris e la distribuisce in regime di monopolio … quindi non va toccata.
Sarebbe morto il signor M.Z. di Reggio Emilia se fosse andato a prendere la sua eroina in una farmacia, o magari e forse, potendo appagare il suo desiderio di trasgressione con droghe leggere sul libero mercato, avrebbe cercato il rischio di un'eroina acquistata solo da chi ci specula maggiormente rispetto a quante piu' schifezze ci mette per tagliarla? E' un'ipotesi plausibile, ma e' almeno un'ipotesi rispetto al nulla di chi, come il nostro ministro della Sanita', invece di servire i suoi amministrati e governati, pretende di imporgli cosa sia giusto o sbagliato, usando come metro l'ideologia piuttosto che la razionalita'.
Le cronache locali dell'informazione sono piene di notizie come quelle di M.Z. da Reggio Emilia, tanto usuali e frequenti che, se non e' qualcosa tipo la presunta cocaina di Vittorio Cecchi Gori, gli stessi direttori fanno fatica a inserire nelle colonnine, visto lo scarso appeal per i lettori. Ma ci sono e fanno parte di una quotidianita' che il ministro sembrerebbe voler mettere dietro un muro, lasciandoli a se stessi: si sono trasformati nelle unita' di un bollettino di guerra (una sorta di italiana "war on drugs") dove le autorita' sanitarie sembrano preposte solo a fare da barellieri e becchini.
Buona domenica, signor ministro!
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