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VERSO UNA MANI PULITE DELLE BANCHE? NON CI FACCIAMO ILLUSIONI E COMUNQUE IL NODO E' BANKITALIA E LA CONCORRENZA
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Comunicato 
19 dicembre 2005 0:00
 

Firenze, 19 Dicembre 2005. Da piu' parti si sente aleggiare che, con le vicende che stanno coinvolgendo la Bpi, si stia andando verso una "Mani Pulite" delle banche, che dovrebbe spazzare i malfattori e restituire il maltolto.
Abbiamo piu' che un ragionevole dubbio. A parte il fatto che la "Mani pulite" della politica, cioe' la via giudiziaria al rinnovamento della politica, non ci sembra abbia dato grandi risultati per i consumatori: "mazziati e cornuti" prima, "mazziati e cornuti" oggi.
Il problema centrale, al di la' degli specifici fatti delittuosi che auguriamo siano presto accertati e altrettanto presto siano puniti i colpevoli, non e' solo fare piazza pulita di un gruppo di persone che avrebbero commesso una serie di reati, ma di capovolgere un metodo e un sistema che ha portato a che non potra' che continuare a portare a situazioni del genere. Il metodo e' quello delle nomine politiche ai vertici degli istituti di credito, piuttosto che di merito, e creare le condizioni perche' una selezione per il merito sia possibile. Far si' che ci sia concorrenza, che le banche attirino i clienti per i loro effettivi vantaggi proposti e che i migliori e i piu' capaci siano premiati dal mercato a discapito dei peggiori e degli incapaci.
Uno dei nodi centrali e' la politica e l'assetto di Bankitalia:
1 - Fintanto che in Italia non esistera' una banca che fallisce invece di essere recuperata, piu' o meno obbligando quelle banche presunte sane ad assorbirle, non si potra' parlare di concorrenza, ed e' consequenziale che i dirigenti siano nominati per garantire questo equilibrio piu' che la capacita' dello specifico istituto di essere sul mercato.
2 - Fintanto che non sara', per esempio, l'Antitrust a garantire la concorrenza sul mercato, ma la stessa Bankitalia, in una sorta di funzione di controllore che controlla se stesso, non si potra' parlare di concorrenza.
3 - Fintanto che l'assetto proprietario dell'Istituto centrale non sara' controllato dallo Stato, piuttosto che dalle stesse banche che "concorrono" sul mercato, continueremo ad assistere solo ad un gioco delle parti in cui la finzione e' la caratteristica prevalente.
4 - Fintanto che avremo un governatore di Bankitalia imposto senza scadenza di mandato da queste banche private proprietarie dello stesso Istituto, continuera' ad essere una questione che Governo e Parlamento hanno deciso debba riguardare gli assetti di potere economico e politico di queste banche, consentendo loro di continuare il lucro imponendo la loro politica sugli italiani tutti.
Parte di quanto diciamo dovrebbe essere compreso nella mitica riforma del risparmio.
Ma abbiamo piu' che un ragionevole dubbio che vi si proceda in questo modo, sostituendo l'economia politica e il mercato alla politica politicante sia del centro-destra che del centro-sinistra.
Sara' bene che i risparmiatori/sudditi e le vittime delle innumerevoli truffe che hanno portato al prosciugamento delle loro tasche, facciano tesoro di questo ogni volta che devono decidere il loro contributo, sia che si tratti di essere davanti allo sportello di una banca che davanti ad un'urna elettorale.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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