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VOGLIAMO LE CILIEGE SULLA TAVOLA DI NATALE! LA GLOBALIZZAZIONE VA GOVERNATA E NON DEMONIZZATA
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Comunicato 
1 dicembre 2007 0:00
 

Firenze, 1 Dicembre 2007. Grida allo scandalo la Coldiretti perche' sul mercato stanno arrivando le ciliege a 30 euro al chilo, le albicocche a 25 e le pesche a 22. In effetti si tratta di prezzi sproporzionati e sono giusti gli inviti dei coltivatori diretti a consumare frutta di stagione, sia perche' piu' gustosa (la raccolta prematura per la lunga trasferta dal SudAfrica e dal Sudamerica non favorisce la formazione del gusto) sia perche' meno dispendiosa e meno inquinante (il trasporto piu' lungo implicherebbe produzioni di scarichi nocivi dei mezzi).
Ma non ci scandalizziamo se qualcuno vuole acquistare questa frutta e, a differenza di Coldiretti, non sentenziamo sulla bonta' dei motivi per cui lo fa. Anzi. Ci stupiamo che queste frutta costino cosi' tanto, che sia necessaria una raccolta cosi' prematura e che il trasporto incida cosi' tanto e debba necessariamente essere inquinante.
Crediamo che il prezzo alto sia frutto di speculazione per mancanza di mercato: perche' non succede altrettanto con l'uva? Eppure sulle tavole di Natale c'e' sempre e non ci pare propria una frutta di stagione. Per il prezzo, quindi, il problema e' di favorire il mercato (quanto incidono i dazi, visto che siamo extra-Ue?).
Lo stesso vale per la raccolta prematura che aggrava la qualita' organolettica del prodotto: a fronte di un mercato striminzito (come prevedibile con questi prezzi) i raccolti in loco e il business per questo tipo di export sono limitati e con solidi margini di rischio per l'avaria temporale del prodotto. Il mercato, quindi, dovrebbe favorire anche questo aspetto.
Non e' dissimile la questione del trasporto (e relativo inquinamento): tutto legato alle quantita' per il risicato mercato, che lo fanno incidere notevolmente. Rispetto alle distanze, invece, crediamo sia un non-problema, agitato perche' molto in voga con l'ambientalismo catastrofista mondialista, perche' stiamo parlando di inquinamento quantitativamente molto piu' basso da quello che respiriamo nella strada tra casa nostra e il supermercato dove acquisteremmo frutta di stagione, inquinamento prodotto essenzialmente grazie alle dissennate politiche di incentivo all'acquisto di automobili (che anche se "ecologiche" sono sempre inquinanti) piuttosto che a finanziare i mezzi pubblici.
Per concludere. Noi siamo molto contenti di poter mangiare le ciliege, le albicocche e le pesche, anche se le vorremmo meno costose e piu' buone. Ci vanno bene i consigli per stimolare gli acquisti di stagione, ma non abbiamo alcuna intenzione di chiudere ai mercati globalizzati. Questi ultimi vanno incentivati e facilitati, cioe' vanno governati con provvedimenti che facilitino e incentivino la loro presenza. Se non prendiamo atto che l'economia e' questa, non solo sarebbe un inutile chiuderci a riccio rispetto a cio' che avviene in tutti gli altri Paesi del mondo, ma sarebbe anche in incentivo a far arrivare questi prodotti clandestinamente sui nostri mercati, con tutti i relativi danni sanitari, economici e umani che conseguono (l'esempio della Cina e' dietro l'angolo).

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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