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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Accompagnare la moglie in Svizzera a togliersi la vita e' reato? Malata lo chiede all'Alta Corte
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Notizia 
1 ottobre 2008 0:00
 
Una malata terminale avviera' ad una battaglia legale senza precedenti per assicurarsi che il marito non venga perseguito penalmente per il suo eventuale ruolo nell'organizzazione del viaggio all'estero per togliersi la vita.
Debbie Purdy, 45 anni, affetta da una forma particolarmente aggressiva di sclerosi multipla, ha chiesto al Procuratore generale di chiarire l'interpretazione della legge che vieta l'assistenza al suicidio. Chiunque faciliti un altro a suicidarsi puo' essere condannato fino a 14 anni di carcere, anche se in passato i magistrati raramente hanno chiesto la pena massima.
Giovedi', l'Alta Corte dara' avvio ad una "judicial review" del caso sottoposto da Purdy, il cui verdetto dovrebbe giungere una quindicina di settimane dopo.
Purdy, che ha intenzione di andare in Svizzera presso la clinica di assistenza al suicidio Dignitas, teme che se il marito Omar la accompagnasse potrebbe essere incriminato una volta rientrato in Inghilterra.
"E' assurdo che in Gran Bretagna, il suicidio non sia illegale ma l'assistenza al suicidio si'", ha detto Purdy. "Non chiedo di compiere un atto illegale in questo Paese, ma solo chiarire cosa accadrebbe a mio marito se mi accompagnasse laddove e' legale".
Purdy ha anche spiegato che, qualora fosse confermato che il marito potrebbe finire in carcere, sarebbe costretta ad anticipare di qualche mese la sua morte, perche' dovrebbe recarsi in Svizzera quando ancora fosse in grado di farlo da sola.
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