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Italia. Governo da il via libera a Ddl su farmaci a base di cannabis
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19 ottobre 2006 15:39
 
Semaforo verde del Governo all'uso terapeutico della cannabis. E' la novita' gia' annunciata nei giorni scorsi dal ministro della Salute Livia Turco, contenuta in un ddl di 'semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute', che oggi ha avuto il via libera da palazzo Chigi.
Commentando le misure che verranno introdotte anche in Italia per la cura del dolore la Turco ha sottolineato che le norme che entreranno in vigore "attengono alla terapia del dolore e non hanno nulla a che fare con la cannabis come droga. Ma siamo un paese strano, basta che si parli di cannabis e succede il finimondo". Il provvedimento, inoltre, facilita il ricorso a questi tipi di cure prevedendo un accesso semplificato anche per i farmaci oppiacei il cui ricettario speciale verra' abolito. Verra' quindi snellita sia la prescrizione sia l'aggiornamento del catalogo degli oppioidi.

COMMENTI

"Il ddl sulla cannabis terapeutica deve rappresentare un primo passo, verso la legalizzazione delle droghe leggere". Questo il commento di Francesco Mosca, segretario nazionale della federazione dei Giovani Socialisti, a proposito della proposta del ministro della Salute, Livia Turco.
"Finalmente anche l'Italia si mette al passo con altri paesi, che da tempo consentono di utilizzare cannabis terapeutica e farmaci oppiacei nella terapia del dolore. Questo provvedimento puo' rappresentare un contributo utile al dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere, in quanto toglie elementi, a chi tende ad equiparare ogni tipo di droga".

"La Turco mette ticket di ogni tipo per pronto soccorso e ricoveri e vuole invece regalare la droga. Io ho molti dubbi sull'opportunita' di varare un disegno di legge sull'uso terapeutico della cannabis".
Lo afferma Maurizio Gasparri (An), secondo cui "questa possibilita' viene discussa da molti anni nel mondo scientifico, ma e' chiaro che i presunti effetti antidolorifici della cannabis, sono conseguibili attraverso moltissimi farmaci gia' in commercio; non si capisce quindi, l'urgenza di questo tipo di provvedimento, che, probabilmente, piu' che a effetti terapeutici, guarda all'obiettivo di rendere accettabile l'uso della droga".
"Si aprirebbero, se fosse approvato questo disegno di legge mille discussioni, nel caso in cui si scoprisse qualcuno intento a coltivare marijuana, e pronto a dire che lo fa per scopi terapeutici; sono, quindi, molto perplesso su questa proposta e, in Parlamento, credo certamente non da solo, mi battero' perche' le cure si facciano, con i tanti farmaci gia' in circolazione".
"Al di la' delle ipocrisie e delle bugie che vengono diffuse l'obiettivo e' chiaro: dare la sensazione che la cannabis sia una sostanza positiva e che, quindi, anche chi non la usa a scopo presunto terapeutico, in fondo, non fa nulla di male; l'obiettivo vero e' la legalizzazione delle droghe".

Con grande soddisfazione, il Presidente della Societa' Italiana di Cure Palliative, Furio Zucco, accoglie l approvazione del ddl proposto dal Ministro della Salute, Livia Turco, che introduce importantissime novita' nella lotta contro il dolore inutile.
'Il Decreto recepisce integralmente la proposta di abolizione del ricettario speciale per la prescrizione degli stupefacenti contro il dolore severo, prevista dalla petizione indirizzata al Ministro della Salute dai medici, dagli infermieri e da tutti gli iscritti alla Societa' Italiana di Cure Palliative'.
Zucco afferma che 'd ora in avanti, i medici potranno prescrivere i piu' efficaci farmaci contro il dolore, la morfina e i suoi derivati oppioidi, con il ricettario normale del Servizio Sanitario Nazionale, quello che usano tutti i giorni i medici di famiglia e gli specialisti ospedalieri'.
'Non vi saranno piu' ostacoli formali e scuse per non prescrivere queste medicine indispensabili per lenire i dolori di oltre 300.000 persone ogni anno, facendo uscire finalmente il nostro Paese dal ruolo di fanalino di coda nella quantita' di consumo pro/capite di oppioidi, un indice della sensibilita' culturale nel trattamento contro la sofferenza'.
Altre due importanti innovazioni introdotte dal decreto, dice Zucco, sono l introduzione nella farmacopea italiana dei derivati di sintesi della cannabis, utili nel controllo di alcuni sintomi dei malati affetti da malattie inguaribili in fase avanzata, e la possibilita' da parte del Ministero di introdurre nuove molecole nell elenco dei farmaci oppioidi, attraverso un semplice atto amministrativo, senza la necessita', sinora obbligatoria, di un passaggio legislativo. Nuove conquiste per far si che anche nel nostro Paese i farmaci oppioidi non siano piu' considerati 'droghe' ma farmaci indispensabili per rendere i malati liberi dalla 'malattia dolore' quando il dolore e' 'severo'.

"Il via libera dato dal governo all'iniziativa del ministro della Salute, Livia Turco, in materia di cannabis ad uso terapeutico, rappresenta finalmente un criterio alternativo all'ideologia proibizionista su tutto, anche al buon senso terapeutico". Esprimono soddisfazione Marco Cappato e Rocco Berardo, rispettivamente segretario e vice segretario Associazione Luca Coscioni, sull'iter della proposta Turco sulla cannabis terapeutica. "Quello che questo ddl sulle terapie contro il dolore vuole mettere in campo finalmente e' un'importante affermazione e riconoscimento alla liberta' di cura. Auspichiamo- continuano- che il ministro Livia Turco avvii anche una radicale revisione delle politiche relative alla somministrazione e all'importazione della morfina in Italia, specie adesso che il governo ha recepito l'ordine del giorno del deputato della Rnp, D'Elia che prevede uno sforzo italiano per convertire l'oppio afgano in produzione di medicine per la terapia contro il dolore".

"Accolgo con favore le proposte del ministro Turco su terapia antidolore. Nel nostro Paese, ed e' un male, manca una cultura in questo campo". Ad affermarlo e' Chiara Moroni (Fi), a commento della proposta di legge del ministro della Salute, Livia Turco, sull'uso terapeutico della cannabis, approvata dal Consiglio dei ministri oggi.
"Ci sono molti farmaci antidolore che possono aiutare gli ammalati, fra questi quelli che contengono principi attivi derivati dalla cannabis. In Italia- continua Moroni- il pregiudizio ideologico ha ostacolato l'utilizzo di tali farmaci. Non esistono legami fra le terapie antidolore e la discussione sulle droghe leggere".
Secondo Moroni, "inserire nei livelli essenziali di assistenza la possibilita' di accedere, in maniera informata e gratuita, all'anestesia epidurale per i parti e' una proposta che va nella direzione di far crescere l'utilizzo delle terapie antidolore".

"Siamo per la totale eliminazione della ricetta speciale che, benche' semplificata, continua a rimanere l'emblema di un'ancestrale associazione tra la morfina e le sostanze stupefacenti, anche quando questo oppioide viene impiegato per uso terapeutico". La richiesta arriva da Domenico Gioffre', rappresentante del Tribunale per i diritti del malato, oggi a un convegno sul dolore in corso a Pisa.
A nome del Tribunale del malato, avanza anche la richiesta di un decreto legge che elimini dall'elenco delle sostanze stupefacenti i principi attivi utilizzati nella terapia del dolore. "Questo perche' ogni legge sulla droga introduce pregiudizi sull'associazione droga-morfina e complicazioni burocratiche nel corrente utilizzo di questo farmaco", spiega il direttore del Centro toscano contro il 'dolore inutile'. E' il caso della legge 49 del febbraio 2006 che ha reinserito l'obbligatorieta' della certificazione medica come documento di accompagnamento e di possesso dei farmaci oppioidi e simili.
Provvedimento questo, del tutto assente nelle precedenti semplificazioni sull'impiego degli oppioidi".
Aggiunge poi Gioffre': "Un'esistenza caratterizzata dal dolore persistente incide pesantemente sulla qualita' della vita. Il diritto all'eliminazione deve essere riconosciuto a tutti e ovunque, nei reparti ospedalieri, nei pronto soccorso, nelle strutture di lungodegenza, a casa del malato, per evitare che davanti ai dolori atroci e insopportabili si chieda di morire ancor prima di morire" .

'Nessuna scorciatoia alla legalizzazione delle droghe. In Italia sono in commercio centinaia di tipi di antidolorifici, anche molto potenti. Non possiamo far creder agli italiani che assumere la cannabis sia un fatto positivo. Quella e' e resta una droga. La Turco pensi a garantire un servizio sanitario efficiente, piuttosto che a regalare cannabis'. Cosi' Enrico Montani, capogruppo della Lega in commissione Affari Sociali alla camera, sulla decisione presa nel Consiglio dei ministri a proposito dell'uso della cannabis per le terapie antidolore.

'Un ddl che apra all'uso terapeutico dei cannabinoidi (che puo' esistere) nella terapia del dolore provocato da malattie gravi, alla stregua di quanto accade attualmente con la morfina, ad esempio, non puo' che vederci favorevoli. Ci vedrebbe contrari, invece, un ddl che aprisse all'uso terapeutico della cannabis (che non esiste). In altre parole: si' alla somministrazione sotto stretto controllo medico di farmaci derivati dalla cannabis; no alla canna, allo spinello 'terapeutico' auto-somministrato, cioe' fumato'. Lo dichiara l'onorevole Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di AN per le politiche della famiglia, presidente nazionale della Consulta etico-religiosa e membro dell'esecutivo politico nazionale del partito, commentando il ddl voluto dal ministro della Salute, Livia Turco, e approvato dal Consiglio dei ministri.
'Il fatto che tra i sostenitori dell'uso terapeutico dei cannabinoidi vi sia anche chi propone la legalizzazione della cannabis, e la confusione che spesso viene fatta tra questi due aspetti profondamente diversi, -sottolinea Pedrizzi- contribuisce non poco a generare equivoci. Allora occorre fare chiarezza, una volta per tutte: un conto e' parlare del potenziale terapeutico dei cannabinoidi, ossia delle sostanze farmacologicamente attive contenute nella cannabis, ed in particolare del delta-9-tetraidrocannabinolo (Thc), oltre che dei loro derivati di sintesi; un altro, ben diverso, e' parlare di possibile uso terapeutico della cannabis. Nel primo caso, infatti, - spiega l'esponente di AN - si parla di sostanze pure, contenute in preparazioni farmaceutiche, e quindi somministrate in dosi controllate. Nel secondo, invece, si tratta di un preparato vegetale contenente una percentuale estremamente variabile di Thc, che oltretutto viene spesso utilizzato con modalita' di assunzione -il fumo- che rendono ulteriormente elevata la variabilita' della dose assunta e dei conseguenti effetti'.
'Ora, -prosegue l'esponente di AN- non v'e' chi non veda come la somministrazione di un farmaco preparato in maniera rigorosa e controllata ed in dose misurabile, sia preferibile, al fine di produrre un effetto terapeutico a sua volta controllato e di limitare effetti indesiderati e tossici, all'esposizione a dosi variabili di una sostanza attraverso il fumo. Del resto, nella letteratura scientifica non vi sono studi clinici rigorosi e convalidati sull'efficacia della cannabis fumata nel trattamento del dolore. Ed e' artificioso mettere sullo stesso piano le due modalita' di assunzione. Sarebbe come sostenere che usare l'oppio come analgesico e' la stessa cosa (o forse meglio) che usare un preparato farmaceutico a base di morfina'.
E ancora : 'E', inoltre, tutto da dimostrare che gli effetti benefici dei cannabinoidi nella terapia del dolore siano superiori a quelli di altre sostanze, esse si' classificate come medicine. D'altronde l'eroina e' uno dei migliori analgesici che si conoscano, ma tutti sanno che e' anche la droga peggiore e nessuno -conclude l'esponente di AN- si sogna di presentarla come un farmaco'.

"Auspichiamo che il prodotto che sara' venduto in farmacia sia a base di derivati naturali della cannabis e non sintetico". Franco Corleone, rappresentante del Forum Droghe, ex sottosegretario alla Giustizia, plaude al ddl approvato oggi dal Consiglio dei ministri che apre alla cannabis come prodotto alla base di farmaci anti-dolore. Bene, sottolinea, purche' "non si punti a sostanze spinte dalle case farmaceutiche".
E spiega perche': "La bonta' della canapa per trattare i dolori e i fastidi conseguenti a malattie gravi, come i tumori o la sclerosi multipla sta proprio negli effetti positivi dei molteplici elementi e principi attivi contenuti dalla canapa naturale".
Sarebbe giusto, inoltre, per Corleone, che i farmaci venissero distribuiti gratuitamente, o dietro un pagamento di ticket, nelle farmacie.
Quanto ai timori di chi vede nel ddl un primo passo alla liberalizzazione della sostanza, Corleone afferma: "C'e' chi e' ossessionato dalla canapa. E' chiaro che una valutazione terapeutica della sostanza annulla la sua demonizzazione, ma sarebbe come dire che la morfina, ora usata per fini terapeutici, e' libera per tutti. Resta ancora- conclude l'esponente del Forum droghe- un provincialismo culturale molto forte da superare".

'Conosciuta da millenni nella medicina cinese e indiana, promossa da Galeno, la canapa e' stata presente nelle farmacie occidentali fino agli anni Cinquanta. Poi, una perversa campagna ideologica e politica ha portato alla sua proibizione. Ora, grazie alla ministra della Salute, Livia Turco, il governo prende atto doverosamente dei dati della scienza'. Cosi' Guido Blumir, presidente del 'Comitato scientifico liberta' e droga', commenta il ddl approvato oggi in Consiglio dei ministri.
'I 200.000 malati di Aids, epatite C, sclerosi multipla, ecc. che gia' ora adoperano clandestinamente i prodotti - afferma il ricercatore, autore di un libro sulle proprieta' curative della cannabis pubblicato 33 anni fa - potranno farlo legalmente e potranno usufruire delle preziose proprieta' della canapa anche le centinaia di migliaia di pazienti a cui, per queste e altre patologie, la medicina e' stata negata da una politica arretrata e ingiusta'.

"Sono assolutamente concorde con la linea assunta dal Ministro Turco nel voler introdurre l'uso terapeutico della cannabis. È una decisione giusta che contribuisce a promuovere e a facilitare l'accesso ai farmaci contro il dolore".
È quanto afferma in una nota il Presidente della Commissione igiene e sanità di Palazzo Madama, Ignazio Marino, commentando il provvedimento promosso dal Ministro della Salute e approvato oggi dal Consiglio dei Ministri.
"Alleviare il dolore di chi soffre, sia per i malati terminali che per chi soffre di dolore cronico in generale, - prosegue - non è solo un obbligo per il medico, ma deve poter essere un diritto del paziente. Questo importante provvedimento renderà più accessibile l'uso di alcuni farmaci contro il dolore che, a causa di macchinose difficoltà burocratiche, difficilmente vengono prescritti. Viviamo nel ventunesimo secolo, e io credo che se abbiamo a disposizione dei mezzi che permettono di alleviare il dolore di chi soffre, dobbiamo ricorrervi senza difficoltà. È assolutamente irragionevole voler negare tale diritto, anche perché, e lo voglio sottolineare, introdurre la cannabis nell'uso terapeutico non ha nulla a che vedere con la legge sulla droga e con gli spinelli".
"I farmaci antidolore, anche quelli derivati dalla cannabis - commenta poi Marino - hanno un effetto su molti disturbi di malati non solo terminali. Io, per esempio, negli Stati Uniti utilizzavo regolarmente un farmaco, il marinol, derivato della cannabis, per combattere l'inappetenza e la conseguente perdita di peso in quei pazienti sottoposti a interventi chirurgici complessi come il trapianto di fegato o debilitati da trattamenti come la chemioterapia".

'L'approvazione in Consiglio dei Ministri del ddl sulla cannabis terapeutica e' una vittoria per i malati e un primo passo per lo smantellamento della cultura proibizionista'.
E' il commento del senatore dei 'Verdi-Pdci, Mauro Bulgarelli alla notizia dell'approvazione in Cdm del decreto legge che autorizza l'uso dei farmaci a base di cannabinoidi contro il dolore cronico. 'Viene sancita finalmente l'utilita' di questa sostanza nella terapia del dolore, tutelata la liberta' di cura degli ammalati e, soprattutto, viene marcata una netta inversione di tendenza rispetto agli orientamenti oscurantisti e repressivi del precedente governo delle destre'.
'Ora bisogna proseguire su questa strada, abrogando la Fini-Giovanardi e ripensando dalle fondamenta la legislazione sulle droghe, che non puo' essere ispirata -conclude Bulgarelli- esclusivamente dal diritto penale, soprattutto per quanto riguarda le cosiddette droghe leggere, per le quali auspico che si arrivi prima o poi alla loro legalizzazione'.

'Si tratta di un passo avanti nel senso del diritto alla salute per tutti i cittadini, e di un progresso rispetto ai sistemi di cura e di welfare troppo rigidi e standardizzati'. Lo ha detto a proposito del ddl sulla canapa terapeutica approvato dal Consiglio dei Ministri Giuseppe Bortone, responsabile per la politica delle tossicodipendenze della Cgil nazionale.
'Da tempo avevamo manifestato il nostro interesse per una sperimentazione senza pregiudizi su questo terreno. Non possiamo percio' che rimarcare il risultato positivo, dovuto anche alle pressioni e alle battaglie di molti dei diretti interessati; ora - ha concluso - attendiamo ulteriori passi avanti sul piano del rafforzamento dei servizi per le tossicodipendenze e del superamento di una legislazione controproducente e repressiva'.

'Il ddl del governo sull'uso terapeutico della cannabis e' un primo passo, ora legalizzazione droghe leggere'. E' quanto chiede Francesco Caruso, deputato di Rifondazione comunista.
'Con l'approvazione in consiglio dei ministri del decreto sull'uso terapeutico della cannabis - spiega il parlamentare -, viene ristabilito una verita' scientificamente provata da ormai diversi decenni: la cannabis non fa male, anzi. Ai signori del centro-destra che cercano strumentalmente di alzare la polemica, sarebbe opportuno ricordare che di cannabis non e' mai morto nessuno e che l'abuso di alcol che produce dipendenza ed effetti devastanti sulla salute ma mai nessuno si e' azzardato a vietarne la vendita'.
'Oggi, invece, intorno al proibizionismo della cannabis - ha aggiunto - sono cresciute le mafie e la diffusione di droghe pericolosissime, come l'eroina e la cocaina, che anche illustri colleghi parlamentari non disdegnano dall'utilizzare arrecando gravissimi danni alla loro salute, come dimostra non solo e non tanto le inchieste giornalistiche, ma soprattutto quelle giudiziarie: vice-ministri dell'ex-governo Berlusconi che si fanno portare la cocaina al ministero, senatori che ammettono davanti ai magistrati di utilizzare cocaina per motivi di salute. Che questi signori oggi ci vengano a dare lezioni, mi sembra francamente ridicolo'.
'Ora - ha detto Caruso - bisogna affrontare di petto la questione: ho depositato nelle settimane scorse la proposta di legge sulla legalizzazione dell'autocoltivazione della cannabis come misura di contrasto contro le mafie e il proibizionismo. Su questo tema non ci sono margini di ambiguita', visto che in gioco c'e' la liberta' di migliaia di giovani e meno giovani che rischiano ogni giorno la galera per un pezzo di fumo.
Nel programma dell'Unione si parla apertamente di decriminalizzazione delle condotte connesse all'uso della cannabis, ora bisogna mettere in campo questa politica, in modo che anche i tanti parlamentari che fanno uso di cannabis la smettano di nascondere e vergognarsi delle proprie abitudini.
Piantatela, di fare gli ipocriti, piantatela, nei vostri giardini'.

'Per la prima volta il concetto di 'droga' viene visto in maniera ambivalente: le sostanze possono anche essere usate per fini terapeutici e per lenire il dolore di chi soffre. Uscendo dalle estremizzazioni tanto care al centro destra, con questo provvedimento, il governo Prodi ha iniziato un percorso per affermare un principio basilare di chi lavora sulle tossicodipendenze: non conta la sostanza in se' ma quale uso se ne fa': cosi' Vittorio Agnoletto, medico, gia' fondatore della Lega italiana per la lotta contro l'Aids, commenta l'approvazione del ddl presentato dal ministro Livia Turco. 'Finalmente, quindi, e' stato fatto un primo passo avanti per quanto riguarda l'accesso e l'uso della cannabis terapeutica: mi auguro che il Parlamento si pronunci in modo compatto a favore del disegno di legge che semplifica la prescrizione di questi farmaci' ha aggiunto Agnoletto per il quale la scelta di oggi del Consiglio dei Ministri rappresenta un primo tassello di un percorso gia' sperimentato da altre nazioni. In Canada dal 2001 e' possibile fare un uso terapeutico della cannabis; in Olanda da tempo e' accettato l'uso terapeutico dei derivati della cannabis; cosi' come in diversi stati USA e' stato approvato tramite referendum.
Agnoletto si e' anche detto perplesso della notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per la troupe del programma televisivo che ha eseguito l'ormai noto tampone sugli onorevoli. 'Il programma aveva gia' fatto un sondaggio analogo sui clienti di una discoteca: perche' in quel caso non ci fu nessuna violazione della privacy? Spero che in Italia non esistano consumatori di stupefacenti di serie A e di serie B. E' ora di uscire da questo clima d'ipocrisia attorno al tema delle droghe, e' ora che si parli seriamente di politiche di riduzione del danno, di uso terapeutico della cannabis, di prevenzione e di riabilitazione per chi, in tutti i campi professionali, fa uso di stupefacenti'.

"L'approvazione del ddl per la semplificazione degli adempimenti amministrativi per la tutela della salute avvenuta quest'oggi costituisce un'importante conquista, che cambiera' significativamente la vita di tanti pazienti con dolore". Ha commentato cosi' Francesca Floriani, Presidente della Federazione di Cure Palliative (FCP) e della Fondazione Floriani, il varo del provvedimento promosso dal Ministro Turco. "La FCP, tramite una raccolta firme per sensibilizzare la popolazione su questa tematica - ha sottolineato Francesca Floriani - ha dato vita, insieme alla Societa' Italiana di Cure Palliative, a un'iniziativa a livello nazionale, che culminera' l'11 novembre con la VII Giornata contro la sofferenza inutile, al fine di snellire le procedure burocratiche per l'uso dei farmaci antidolorifici oppioidi. La semplificazione della prescrizione di farmaci oppiacei per il dolore severo permettera' finalmente il superamento di buona parte delle difficolta' che ostacolano la terapia con questi farmaci, a vantaggio dei 15 milioni di italiani affetti da dolore cronico. Con questo provvedimento, gli analgesici oppiacei saranno finalmente disponibili per chi ne ha bisogno e verranno superati gli inutili ostacoli burocratici, che penalizzano chi sta male".

Franco Henriquet, presidente dell' associazione Gigi Ghirotti di Genova, plaude all' iniziativa del ministro della Salute, Livia Turco, per la presentazione al consiglio dei ministri di un disegno di legge che prevede l'abolizione del ricettario medico speciale per la prescrizione di farmaci analgesici di tipo stupefacente e la possibilita' di prescriverli sul comune ricettario regionale.
Henriquet sollecita inoltre i parlamentari liguri affinche' si attivino affinche' l' iter al Parlamento sia il piu' celere possibile per poter giungere all' approvazione del disegno di legge.
'E' un provvedimento - commenta - richiesto da tempo dalle organizzazioni impegnate nelle cure palliative, quindi anche dall' associazione Gigi Ghirotti di Genova che ancora recentemente, cioe' nell' aprile scorso, presento' al ministro della Salute una proposta di legge in merito'.
'Con la nuova norma prescrittiva - aggiunge - sara' possibile curare in modo piu' appropriato il dolore, soprattutto per chi ne e' colpito per causa di tumore, poiche' ogni medico potra' usare il ricettario normale sul quale prescrive giornalmente ogni tipo di medicina. Sara' anche scalfita e nel tempo dimenticata l' infausta equazione morfina=droga'.
Henriquet si augura inoltre che 'il ministro consideri ancora un aspetto di grande importanza per le cure palliative, che in gran prevalenza di prestano a domicilio, cioe' la riutilizzazione di medicinali non utilizzati, correttamente conservati e ovviamente non scaduti, cosi' come previsto dall' art. 157 del decreto legislativo del 24 aprile del 2006 nø219, per il quale si e' in attesa di un ulteriore decreto che stabilisca le modalita' per la loro riutilizzazione'.

Il ministro alla Sanita' Livia Turco 'ha avuto quel coraggio che e' sempre mancato ai suoi predecessori. Un buon inizio ed un buon auspicio': e' il commento di Silvio Viale, medico di Exit-Italia e della direzione nazionale della Rosa nel Pugno, a proposito alla semplificaizone delle prescizioni per i farmaci oppiacei.
Secondo Viale, pero', non c'e' 'alcuna contrapposizione tra la richiesta di una normativa a favore dell' eutanasia e la terapia del dolore'.
'Finalmente un provvedimento concreto - ha commentato Viale, tra l' altro pioniere a Torino dell' uso della pillola abortiva - Si e' rotto un tabu'. E' da anni che noi di Exit chiediamo l' abolizione del ricettario speciale per gli oppiacei per favorire la diffusione delle terapie del dolore. Al contrario, in due occasioni si era provveduto a modificare il ricettario speciale senza alcuna conseguenza positiva'.
'I malati, sia quelli che soffrono per il dolore, sia quelli che sono nella fase terminale della propria vita - ha aggiunto il medico Radicale - hanno il diritto alle terapie piu' efficaci' Viale ha infine auspicato che anche 'il testamento biologico faccia fare un ulteriore passo avanti'.

"Finalmente una legge che supera le opposizioni di tipo ideologico e riconosce le proprieta' terapeutiche della cannabis". Molto positivo il commento di Fabrizio Starace, esperto in sostanze d'abuso e decisioni mediche di fine vita, primario psichiatra all'ospedale Cotugno di Napoli, sulla legge Turco."E' un superamento dei pregiudizi e delle farraginosita' delle prescrizioni delle terapie anti dolore", dice. E spiega: "Le proprieta' del principio del tetraidrocannabinolo (Thc) sono note gia' da tempo in tutti i paesi europei e anche negli Stati uniti, notoriamente contrari all'utilizzo di sostanze psicotrope".
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