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 ITALIA - ITALIA - Nuova rete: ipotesi societa' con enti locali, gestori e Cassa depositi e prestiti. Il dibattito
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10 ottobre 2009 10:05
 
Per la messa a punto della rete di nuova generazione per l'accesso telefonico (basata sulla fibra ottica) potrebbe essere costituita una societa' partecipata dagli enti locali, dagli operatori e con la partecipazione di Cdp. E' l'ipotesi che giunge dal presidente della Cassa Franco Bassanini che, nel corso di un covegno sul futuro della banda larga, premette: "noi faremo cio' che il governo ci dira' di fare, considerando che la Cassa non e' un ente di beneficienza. Se il governo lo riterra' opportuno mettera' le risorse per un investimento strategico per il paese di cui - precisa - sia assicurata una adeguata remunerazione, sia pure in tempi medio-lunghi".
"E' infatti questo il ruolo della Cdp, che ha consistenti risorse finanziarie ed e' al servizio del Paese: abbiamo come azionisti lo Stato e le Fondazioni che, per fortuna, non sono ossessionati dai ritorni a breve" e "se non c'e' dubbio che l'ammodernamento della rete e' una grande sfida, mentre gli Usa, la Cina e il Giappone possono permettersi di spendere risorse pubbliche, noi non siamo in grado di farlo". Quindi "se c'e' un piano industriale e finanziario credibile, se la redditivita' e' garantita e se gli operatori sono d'accordo, allora ovviamente non ci tiriamo indietro".
Secondo il presidente della Cdp le Regioni potrebbero avere un doppio ruolo: quello di organizzare un catasto delle opere gia' esistenti e una messa a disposizione di quelle utilizzabili generando risparmi e razionalizzazione; inoltre 'quelle meglio amministrate e con finanze piu' solide' potrebbero dare un contributo per la parte di investimenti che risponde a esigenze di servizio universale 'per sostenere la banda larga in quelle zone del paese che non sono redditizie'. Dunque 'il soggetto agente di questo piano potrebbe essere una societa' partecipata da regioni, operatori e con una partecipazione della Cassa che se ricorrono le condizioni fin qui dette non si tira indietro'.
Inoltre, esiste la disponibilita' della China Development Bank a partecipare ad investimenti in Italia. Compreso quello in un progetto per la rete di telefonia di nuova generazione, ha detto Bassanini.
REAZIONI
Corrado Calabro', Agcom. Si' all'ipotesi di una societa' veicolo per la realizzazione della rete di accesso telefonica di nuova generazione "che si possa occupare prevalentemente di infrastruttura passiva anche se non e' detto che non possa aprirsi ad altre soluzioni". E' il presidente dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabro', a delineare cosi' l'identikit del soggetto che potrebbe presiedere alla realizzazione dell'infrastruttura necessaria per il progetto di rete in fibra ottica, rispetto al quale e' importante la disponibilita' ad un ingresso della Cassa depositi e prestiti e delle Poste. Queste ultime, secondo quanto detto da Calabro' "mi risulta che hanno manifestato la disponibilita' ad investire nell'infrastruttura".
A tale proposito Calabro' ha ricordato come le Poste "ricevono ogni anno in deposito piu' di 300 mld di risparmi". Il presidente dell'Agcom ha citato anche le fondazioni bancarie, fondi privati di investimento, investitori italiani e stranieri. A chi gli chiedeva se tra questi ultimi figuri anche la China Development Bank, che si sarebbe detta disponibile ad investire nel progetto, Calabro' ha risposto: "su questo punto taccio".
Franco Bernabe', Telecom Italia. Un soggetto "prevalentemente pubblico che investa sulla infrastruttura passiva" necessaria alla realizzazione delle reti di telefonia di nuova generazione. A ipotizzarlo e' l'amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabe' che spiega di condividere la proposta avanzata in questo senso dal presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, di una societa' aperta alle regioni, agli operatori e alla stessa Cdp, precisando pero' che ci dovrebbe essere "un soggetto pubblico alla guida".
Bernabe' ha ribadito che Telecom Italia si sta muovendo con propri investimenti per realizzare la rete di nuova generazione, in fibra ottica. Per dare un'accelerazione al progetto Bernabe' afferma di condividere "l'idea di Franco Bassanini: facciamo un soggetto prevalentemente pubblico che investa sull'infrastruttura passiva, ma con un soggetto pubblico alla guida del progetto". Altrimenti si potrebbe verificare quella che l'ad definisce "la sindrome del condominio" con 10 soggetti che si muovono in altrettante direzioni. Per una societa' guidata da un soggetto pubblico, invece, "ci sono le condizioni c'e' la nostra disponibilita', fatto salvo che abbiamo un nostro progetto, un nostro piano e continueremo ad investire in quella direzione".
Bernabe', poi, polemizza con il governo. Non si trova traccia' dei soldi del piano Romani per il recupero del digital divide. 'Speriamo che ci siano tutti dicono che ci sono, ma non ne vedo traccia'. Il piano Romani prevede un investimento di circa 1,4 miliardi di euro di cui 800 milioni da parte dello Stato che devono essere ancora stanziati dal Cipe.
Paolo Bertoluzzo, Vodafone Italia. "Siamo disposti a partecipare a una societa' nazionale che raggruppi soggetti pubblici, come la Cassa depositi e prestiti e Regioni, e privati e che operi a condizioni di mercato capitalizzando le infrastrutture gia' esistenti". Cosi' Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato di Vodafone Italia, ha commentato la proposta lanciata al convegno di Capri dal presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini
Stefano Parisi, Fastweb. Fastweb e' d'accordo con l'idea di una societa' pubblico-privato per la realizzazione della rete di nuova generazione avanzata dal presidente di Cdp Franco Bassanini, ma non condivide il ruolo assegnato alle regioni.
'Per favore - ha detto l'amministratore delegato Stefano Parisi a rivolgendosi a Bassanini - togli le regioni di mezzo, non sono in grado di gestire una cosa di questo tipo'. Secondo Parisi, infatti, 'meno soggetti ci sono e meglio e''. A giudizio di Parisi, tuttavia, 'e' evidente che serve una societa' veicolo e fa bene il presidente dell'Autorita' Corrado Calabro' a ricordarcelo: ma prima bisogna capire cosa vogliamo fare e stabilire delle regole che garantiscano il ritorno'.
Luigi Gubitosi, Wind. "Noi siamo pronti a partecipare se si verificano le necessarie condizioni". E' la posizione di Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Wind, sulla proposta, lanciata a Capri dal presidente della Cdp, Franco Bassanini, riguardo a una societa', che preveda un importante ruolo per le Regioni, allo scopo di realizzare le nuove reti di tlc. "Si e' parlato - secondo Gubitosi - di una societa' a livello nazionale che interloquisca con le Regioni". Il top manager di Wind ha poi ricordato: "Ieri con Sawiris abbiamo espresso a molti esponenti del sistema Italia la nostra disponibilita' a partecipare, dal premier Berlusconi ad altri rappresentanti del Governo". Gubitosi si e' detto "molto in sintonia con gli altri operatori. Certo serve una cabina di regia nazionale, poi le differenti soluzioni possono essere implementate a livello locale".
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