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 MONDO - MONDO - Ricerca farmacologica: solo profit?
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13 settembre 2010 17:16
 
Assicurare ai Paesi piu' poveri del mondo medicinali e vaccini a prezzi accessibili. E' l'ammirevole obiettivo che si e' posto un gruppo di aziende farmaceutiche biotech, messo pero' in pericolo dal 'gioco di mercato' che spinge le grandi societa' a produrre farmaci solo per Nazioni ricche e che spesso obbliga le stesse biotech a ripensare i programmi scientifici. La denuncia arriva dalle pagine di 'Nature Biotechnology', dove Rahim Rezaie e Peter Singer dell'universita' di Toronto (Canada) illustrano i risultati delle loro osservazioni.
Gli esperti si sono infatti messi a tavolino e hanno studiato 78 piccole aziende biotech attive in quattro economie leader del mondo in via di sviluppo: India, Cina, Brasile e Sudafrica. Ne e' risultato che queste compagnie hanno 69 medicinali e vaccini 'accessibili' sul mercato e altri 54 in sperimentazione contro la tubercolosi e patologie tropicali. Malattie, cioe', che sono state 'dimenticate' dalle Big Pharma in Europa e negli Stati Uniti perche' poco attrattive dal punto di vista economico, dato che i destinatari finali di questi prodotti nella maggior parte dei casi non possono pagare le cure.
Ma ecco il 'bandolo della matassa': i test e la commercializzazione di farmaci e vaccini costano molto e dunque le piccole societa' sono portate ad allearsi con realta' piu' potenti per portare a termine il proprio lavoro. Come risultato, evidenziano Singer e Rezaie, a volte i 'bersagli' cambiano e le biotech sono costrette a seguire le volonta' delle Big Pharma.
Rezaie cita ad esempio una compagnia attiva in India ma partner di un'azienda danese su un progetto contro il diabete e un'altra in Cina che lavora per una collega americana su farmaci contro l'intestino irritabile. Entrambe malattie tipicamente occidentali.
Ancora: l'indiana Shantha Biotechnics, dopo aver prodotto un vaccino contro l'epatite B a un costo molto minore rispetto a quello dei sieri gia' esistenti, e' stata acquistata dalla francese Sanofi-Aventis e potrebbe ora occuparsi di altri progetti.
Ma le soluzioni per tenere alti i profitti e, allo stesso tempo, venire incontro ai bisogni dei Paesi piu' in difficolta', secondo gli studiosi esistono: una di queste e' che i governi e le associazioni filantropiche investano per invogliare le aziende dei Paesi ricchi a concentrarsi sulle malattie dei poveri, ottenendo ad esempio che esse consentano ai ricercatori indipendenti di utilizzare i loro brevetti per produrre medicinali per le malattie trascurate, in cambio del pagamento di una royalty. "Le piccole imprese di biotecnologie - afferma Singer - sono come una vena d'oro che potrebbe essere utilizzata per la salute globale. Ora abbiamo qualche possibilita' per essere sicuri che non vengano sfruttate solo per fare 'collane' per i ricchi".

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