Il sesso vende, come amano ripetere i pubblicitari, e a questo stratagemma si fa sempre piu' ricorso. Un nuovo studio della University of Georgia negli Stati Uniti rivela infatti che nel corso di un periodo di 30 anni il numero di pubblicita' a sfondo sessuale pubblicate nelle riviste e' passato dal 15 al 27 per cento. Lo studio suggerisce che il sesso sia utilizzato per vendere principalmente prodotti a basso rischio acquistati d'impulso, come alcool e sigarette.
"Il sesso nella pubblicita' puo' essere molto efficace: il nostro cervello e' programmato per notare informazioni sessualmente rilevanti, e le pubblicita' sexy attirano l'attenzione", ha spiegato Tom Reichert in una nota dell'University of Georgia. "Abbiamo analizzato delle riviste pubblicate nel 1983, 1993 e 2003, e scoperto un incremento costante di pubblicita' a sfondo sessuale. Il 92 per cento dei modelli utilizzati erano di sesso femminile. Alcune categorie di prodotti fanno piu' ricorso al sesso di altre: in particolare, la proporzione di pubblicita' per alcool a sfondo sessuale e' passata nel 2003 a un annuncio su tre, il 37 per cento. Utilizzare il sesso per vendere prodotti nocivi come alcool e tabacco e' anche un problema etico", ha concluso.