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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Si appella al tribunale: non perseguite mio marito se mi accompagna in Svizzera a togliermi la vita
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7 giugno 2008 0:00
 
Una donna britannica, affetta da una malattia neurodegenerativa, vuole un'interpretazione ufficiale della legge che proibisce l'assistenza al suicidio.
Debbie Purdy, 45 anni, affetta da sclerosi multipla, ha chiesto ad un tribunale se suo marito verrebbe perseguito qualora la accompagnasse in Svizzera (dove il suicidio assistito e' legale) a morire. Purdy e' malata dal 1995. Ha incontrato il marito, Omar Puente, poco dopo la diagnosi e la coppia si e' sposata nel 1998. Da allora, le condizioni di Purdy sono peggiorate progressivamente; ora utilizza una sedia a rotelle e sta perdendo la capacita' di usare le braccia.
La donna e' associata a Dignitas, l'associazione svizzera di assistenza al suicidio.
Purdy ha annunciato che comincera' a preparare gia' il viaggio in Svizzera, qualora la Corte di giustizia reale non le garantisse l'impunita' del marito nell'udienza di mercoledi' prossimo. "Non voglio morire. Sono estremamente felice nella vita. Adoro mio marito. Amo i miei amici. Non voglio porre fine alla mia vita proprio ora. Ma se partissi troppo tardi e avessi bisogno di aiuto, mio marito rischierebbe 14 anni di carcere. Questo mi terrorizza molto di piu' che andare in Svizzera da sola finche' posso e porre fine alla mia vita".
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