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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Suicidio medicalmente assistito. Associazione medici britannici contro la legalizzazione
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12 dicembre 2009 10:35
 
La British Medical Association ha ribadito la sua contrarietà alla legalizzazione o depenalizzazione del suicidio medicalmente assistito. La Bma ha così risposto al direttore dei procuratori britannici nell'ambito delle consultazioni sulle linee guida che dovrebbero chiarire la legge britannica che vieta il suicidio assistito.
Il direttore Keir Starmer ha lanciato le consultazioni lo scorso settembre a seguito del caso sollevato da Debbie Purdy. La donna, affetta da sclerosi multipla, aveva chiesto un chiarimento alla Corte suprema (all'epoca presso la Camera dei Lord), ovvero se il marito sarebbe stato incriminato per assistenza al suicidio ove l'avesse accompagnata in Svizzera presso la clinica Dignitas. I supremi giudici avevano ordinato al Procuratore capo di emanare linee guida sull'argomento.
La Bma si è detta preoccupata del fatto che nei media tale decisione è stata descritta come una sorta di depenalizzazione, cosa che potrebbe spingere alcuni medici -secondo l'associazione- ad esaudire le volontà dei propri pazienti credendo di non incorrere in alcuna sanzione penale.
"La Bma chiede che la proibizione dell'assistenza al suicidio rimanga in vigore e che sia incoraggiata una riduzione del numero dei suicidi", si legge in un comunicato. Ma nonostante questa presa di posizione, la Bma ammette che è necessario un chiarimento della legge. La situazione delle persone che accompagnano i propri cari a togliersi la vita all'estero è stata al centro dell'ultimo congresso della Bma.
Starmer ha detto che intende porre fine alle consultazioni e pubblicare le nuove linee guida entro il 10 marzo 2010.
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