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 ITALIA - ITALIA - 'Vola Alitalia e paga l'Italia'. British e Ryan Air: no a prestiti statali. Iata: follia no a Air France. Deaglio: meglio farla fallire
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Notizia 
3 giugno 2008 0:00
 
Continua la campagna di informazione 'Vola Alitalia e paga l'Italia'. Acquistare biglietti Alitalia significa prolungarne l'agonia, continuare a sprecare le tasse dei cittadini ed impedire l'apertura del mercato a nuove compagnie aeree piu' competitive. Non lo diciamo solo noi

OGGI DICONO DI LEI:

FRANCESCO GIAVAZZI. EDITORIALE IN PRIMA PAGINA SUL CORRIERE DELLA SERA. 
La scelta di Intesa-Sanpaolo come consulente del governo per l'ennesimo tentativo di privatizzare Alitalia è davvero sorprendente. Fino a pochi mesi fa quella banca partecipava alle trattative per acquistare Alitalia dal lato dei possibili acquirenti. Inoltre, per procedere alla scelta di un consulente senza una gara, il governo ha dovuto adottare un decreto legge che dispone una «deroga alla legge 474/94 sulle modalità di dismissione delle partecipazioni del Tesoro», una norma che ci era stata imposta da Bruxelles e la cui soppressione scopre il fianco a una contestazione che rischierebbe di far saltare la nuova procedura di vendita e perdere altri mesi. Sarebbe quindi opportuno che il ministro Tremonti ci ripensasse.

DEMPSEY (RYANAIR): PRESTITO OLTRAGGIOSO, FATELA FALLIRE. Il prestito ponte concesso dal Governo italiano ad Alitalia, ora iscritto al patrimonio netto della compagnia "è oltraggioso". Questo il commento sulla concessione fatta ad Alitalia da parte del Cfo di Ryanair, Jimmy Dempsey, questa mattina a Milano per presentare i conti del gruppo. "I prestiti fatti dal Governo - ha detto - hanno mantenuto operativa Alitalia negli ultimi dieci anni. Alitalia deve avere il permesso di fallire". A suo giudizio, sebbene la trattativa con Air France a detta degli stessi francesi sia definitivamente chiusa, la compagnia d'oltralpe continua "a monitorare la situazione di Alitalia. Pensiamo che forse ci possa essere ancora una possibilità".  Nessuna novità, invece, a proposito del ricorso fatto dalla stessa Ryanair presso la Commissione europea contro la concessione del prestito ponte alla compagnia della Magliana. "Non ci sono segnalazioni su questo fronte - ha detto Dempsey - noi continuiamo a segnalare queste cose ingiuste che stanno accadendo ma per ora non ci sono novità". Quanto invece al capitolo Malpensa, per la quale Ryanair aveva offerto 840 milioni di dollari posizionando 12 aeromobili, il Cfo ritiene che "sia possibile che Sea cambi idea perchè è l'unico modo per salvare Malpensa", visto che, ha concluso con una battuta "Air One è destinata a fallire con questi prezzi del carburante".    

COLANINNO: PRESTITO PONTE PROSCIUGA FONDO PER RICERCA E INNOVAZIONE.  "Mi risulta che i trecento milioni che sarebbero dovuti essere un prestito ponte per l'Alitalia, vadano invece a prosciugare il Fondo rotativo costituito dal Governo Prodi per la Ricerca e l'innovazione". Lo ha detto il ministro ombra del Pd Matteo Colaninno, intervenendo a una conferenza stampa a Palermo per protestare "contro i tagli per il Sud del Governo Berlusconi".  "Un provvedimento questo - ha aggiunto - che non va certamente a favore della competitivita' e della imprenditorialita'. Questo e' un paradosso. L'attuale maggioranza si e' voluta mostrare vicina alle imprese, invece questo provvedimento taglia le gambe a provvedimenti che volevano essere al servizio della produttivita'".    


DEAGLIO: MEGLIO FARLA FALLIRE. E' 'meglio' far fallire l'Alitalia, 'cosi' si ripartirebbe prima'. Ne e' convinto l'economista Mario Deaglio, interpellato sul tema nel corso della presentazione della XIII edizione del Rapporto sull'economia globale e l'Italia. Secondo Deaglio, 'di fatto la faremo fallire comunque'. 'La flotta Alitalia - ha detto - e' composta da tantissimi tipi di aerei comprati in varie circostanze e comporta fortissimi costi di manutenzione e gestione e spesso non sono piu' adatti'. Se anche Alitalia decidesse oggi di rifare la propria flotta, ha notato l'economista, 'i due principali costruttori, Airbus e Boeing, hanno liste d'attesa di tre anni. Tant'e' che nel programma di Air France era scritto che avrebbe fornito ad Alitalia una certa cifra di aerei ogni anno'. La compagnia di bandiera, ha detto Deaglio, potrebbe piuttosto ritagliarsi un ruolo particolare, 'bisognerebbe scegliere un'area di riferimento, che vista la nostra collocazione, potrebbe essere il Medio Oriente o l'Est Europa'.    

BRITISH AIRWAYS: UE NON CONSENTA AIUTI STATALI. Alitalia 'difficilmente puo' sopravvivere', dice l'amministratore delegato di British Airways, Willie Walsh. Ma, aggiunge in una intervista all'Ansa, il 'sostegno finanziario' del governo italiano 'non e' giusto', altera la concorrenza: la Commissione Europea dovrebbe intervenire 'in modo netto', prendendo 'una posizione chiara contro questo intervento'.    
Il numero uno di British Airways, in un colloquio a margine dell'assemblea annuale dell'associazione delle compagnie aeree Iata a Istanbul, rileva che Alitalia 'e' in una situazione di difficolta' incredibile perche' la compagnia non ha piu' forza finanziaria'.
'Io mi chiedo semplicemente come possa sopravvivere'.
L'intervento del governo italiano con l'utilizzo del prestito da 300 milioni per salvare il capitale altera la concorrenza?
'Penso che non sia giusto che il governo italiano dia sostegno finanziario ad Alitalia, non sono d'accordo', dice Walsh, che sollecita un intervento di Bruxelles: 'Credo che la Commissione Europea debba assumere una posizione netta e chiara. Penso che la situazione di Alitalia richieda che sia la stessa Alitalia a doverla affrontare. E non il governo italiano'. Bruxelels 'deve prendere una posizione forte per avere credibilita' non solo in Europa, ma in tutto il mondo. E questo significa che le possibilita' di sopravvivenza per Alitalia sono molto basse'.
British Airway non ha alcun interesse per la compagnia italiana e non ha valutato un progetto di acquisizione, indica Walsh. 'No, nessun progetto. Io so che c'erano alcune compagnie interessate, come Airfrance-Klm, ma British non ha mai avuto alcun interesse, e ancor meno adesso. Alitalia non aggiungerebbe alcun valore strategico a British Airways'.
Alitalia, spiega, 'e' una situazione molto difficile', anche perche' non ha vissuto la fase di cambiamento, negli anni scorsi, che ha reso piu' forti molte altre compagnie. 'Se si guarda a come l'industria del settore europea si e' ristrutturata negli ultimi anni non sembra che Alitalia abbia attraversato lo stesso percorso'.
Ed oggi, rileva Walsh a Istanbul, dove le compagnie aeree di tutto il mondo si stanno confrontando sull'emergenza dell'impatto sui costi del carburante dei record del petrolio, Alitalia deve aggiungere ai suoi problemi le difficolta' dell'intero settore del trasporto aereo. 'Sta attraversando un contesto molto difficile: Alitalia aveva grandi difficolta' ancora prima che il petrolio salisse oltre 100 dollari, ed ora io posso solo dire che adesso non vedo proprio come possa sopravvivere'

IATA: DIFFICILE CHE QUALCUNO LA VOGLIA, FOLLIA NO A AIR FRANCE.
Per definire il fallimento del progetto di salvataggio di Alitalia integrandola in Air France-Klm 'inspiegabile e' una parola elegante. E' una follia'. Il numero uno dell'associazione mondiale delle compagnie aeree, l'italiano Giovanni Bisignani, non e' ottimista sul futuro della compagnia italiana oggi che 'alla crisi dell'azienda si e' aggiunta la situazione drammatica per tutto il settore' innescata dal prezzo record del petrolio e dal rallentamento economico. Alitalia 'non puo' farcela con un progetto stand alone'. Ma le condizioni del mercato 'sono rapidamente cambiate' ed in questo nuovo contesto, dice Bisignani, 'non e' facile trovare un acquirente, e' difficile immaginare che un manager possa presentare un progetto di acquisizione di Alitalia al suo cda. Bisogna aspettare che passi questa crisi, solo dopo si puo' pensare di trovare una compagnia interessata'. 'Non posso essere io a indicare una ricetta ad Alitalia', aggiunge l'amministratore delegato e direttore generale della Iata: 'Guardiamo all'esperienza di altre compagnie, ci insegna che in questi casi e' servita una ristrutturazione dura, anche drammatica, utilizzando gli strumenti che lo Stato mette a disposizione, sul modello di Swiss in Svizzera (fallita e poi rinata, ndr), o del ricorso al chapter 11 negli Stati Uniti. In Italia c'e' la legge Marzano', il commissariamento. Alitalia oggi puo' solo 'cercare di sopravvivere, con una ristrutturazione ed una struttura piu' leggera. Poi, quando le difficolta' del settore saranno superate, puo' darsi che qualche interessato verra' fuori'. Da sola non puo' farcela: 'Una ristrutturazione puo' servire a fronteggiare l'emergenza, solo per qualche mese e per attendere qualcuno che possa essere interessato a rilevarla, ma non e' una soluzione ipotizzabile per il futuro. Oggi per Alitalia parliamo di lotta per la sopravvivenza'.   

HANNO DETTO IERI


SPINETTA: SOLO UN ESORCISTA PUO' SALVARLA.
"Il primo a parlare del bisogno di un esorcista per Alitalia era stato alcuni mesi fa l?ex presidente della compagnia di bandiera, Maurizio Prato, manager molto vicino alla Santa Sede (e' il revisore dei conti del Vaticano) scottato dalla fine delle trattative coi francesi. E ieri anche Jean-Cyril Spinetta - si legge su Repubblica -, numero uno di Air France, non ce l?ha fatta. È sbottato, dopo anni di rapporti strettissimi con la Magliana e l?inaspettato dietro front che ha allontanato (forse) per sempre i due vettori: 'Per Alitalia ci vuole l?esorcista: aveva ragione Prato, sembra proprio che non ci siano altre strade per salvare quella compagnia', ha detto. Altro che cordata o grande vettore tutto tricolore. Spinetta, insomma, non nasconde il suo 'dispiacere', per il fallimento della fusione nella quale ha sempre 'creduto molto'. Ma il nuovo tentativo di salvataggio del governo Berlusconi non attira in questo momento l?interesse del gruppo transalpino: 'Noi ne restiamo fuori, inoltre non c?e' stato alcun contatto', spiega. Lo scenario e' infatti cambiato, col caro-petrolio che danneggia la crescita del settore: secondo le stime della Iata nel 2008 le compagnie perderanno a causa del greggio a 107 dollari al barile, almeno 2,3 miliardi di dollari. Per questo un progetto di integrazione tra i due gruppi appare oggi difficile. Ma non impossibile, visto che l?idea dell?esecutivo e del ministro dell?Economia Giulio Tremonti resta quello di fondere in un solo polo aereo, Alitalia, Air One e altri vettori minori, risanare il tutto e rimettere in vetrina la nuova Alitalia con una dote del 70% del mercato nazionale. Per poi andare a bussare alla porta dei grandi vettori europei, Air France e Lufthansa in testa. 'No, ora non ci pensiamo alla possibilita' di tornare alla carica - ribadisce Spinetta - in questo momento dobbiamo dedicarci ai nostri problemi interni, ed in particolare a far fronte agli effetti del prezzo dei carburanti'. Air France-Klm non esclude pero' del tutto la ripresa delle trattative: 'I colloqui possono sempre ripartire ma nell?attuale contesto economico penso sia difficile - ha detto - non posso dire ai miei azionisti che una operazione di questo tipo oggi potrebbe creare valore'. Un ultimo passaggio delle dichiarazioni di Spinetta riguarda il modo stesso di condurre le trattative con i sindacati e il difficile confronto avuto con il mondo politico: 'Sono di origini italiane - conclude - e quella italiana e' una realta' che conosco bene. E la colpa non e' stata di sindacati o politici, non c?e' stato un ostacolo in particolare. Tutto e' stato veramente molto complesso...'. La prima replica allo sfogo di Spinetta e' venuta dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Altero Matteoli: 'Stiamo lavorando per risolvere un problema - ha spiegato - non possiamo rispondere a tutte le dichiarazioni sull?argomento, comprese quelle di Spinetta. Che si commentano da sole'. Mentre per gli economisti Guido Rossi e Francesco Giavazzi, la compagnia italiana 'doveva fallire da tempo'. Oggi, intanto il cda di Alitalia affidera' ufficialmente il mandato di advisor ad Intesa Sanpaolo, l?istituto scelto per guidare il terzo tentativo di privatizzazione nei prossimi mesi. Un compito arduo quello del gruppo bancario che, prima di ogni possibile tentativo di vendita, dovra' mettere bene a fuoco il quadro finanziario della Magliana, per poi passare all?analisi industriale e alla vendita vera e propria. Restano sintonizzati sulle mosse di Palazzo Chigi i sindacati: 'La politica ha grosse responsabilita' per la crisi dell?Alitalia ma, visto il momento estremamente difficile, sarebbe meglio mettere da parte le divisioni per un?azione bipartisan che dia delle prospettive di vita alla compagnia di bandiera' dice il segretario della Fit-Cisl, Claudio Genovesi mentre per Marco Veneziani della Uil Trasporti, 'occorre far presto e i 300 milioni di prestito devono servire per mettere in atto un progetto credibile che porti alla privatizzazione, ad un rilancio e ad un accordo con un grande partner europeo'".    
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