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Argentina. Legge sugli stupefacenti: le vere conseguenze
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Articolo di Rosa a Marca
5 agosto 2009 10:23
 
A vent'anni dall'entrata in vigore della legge sugli stupefacenti 23.737, Asociacion Civil Intercambios, specializzata in politiche delle droghe, presenta l'analisi della sua applicazione tra il 1991 e il 2006. L'indagine indica un incremento dei processi penali, passati da 14.232 del 1999 a 26.552 del 2006. Il tasso medio non arriva a 1,4 persone coinvolte per singola causa e, nell''87% dei casi, si parte dal possesso fino a 5 grammi di marjiuana o cocaina sequestrate per strada a giovani maschi dai 20 ai 30 anni.
Realizzato da Intercambios con l'Universita' di Buenos Aires, lo studio rivela che in questi due decenni l'attivita' di polizia e giudiziaria si e' dedicata a perseguire il possesso per uso personale o microtraffico, ma non ai reati come il lavaggio di denaro sporco, i proventi dai precursori chimici, la commercializzazione di farmaci senza prescrizione inseriti nella legge degli stupefacenti. "In media, il 70% dei processi sono stati per possesso per uso personale, il 20% per possesso semplice e solo il restante 10% per motivi di narcotraffico. Ma di questo restante 10% i dati disponibili non consentono d'individuare quante cause abbiano riguardato piccoli spacciatori di quartiere e quante corrispondano a grandi processi per traffico internazionale", spiega l'avvocato Alejandro Corda, autore dell'indagine insieme al sociologo Pablo Frisch.
Lo studio incrocia i dati disponibili del Sistema nazionale d'informazione criminale (SNIC) della Direzione di politica criminale del Ministero della Giustizia, dell'Ufficio statistico del Potere giudiziario e del sistema informatico del Foro federale penale della citta' di Buenos Aires. Partendo dalle informazioni esistenti per la Citta' di Buenos Aires (1991, 1993, e 1996) e per la provincia di Buenos Aires (2001-2002 e 2006), rileva continuita', contraddizioni e rotture nell'applicazione della legge sugli stupefacenti nei due decenni di vigenza.
 
Alcune conclusioni:
-Sono aumentati i procedimenti giudiziari dovuti alla legge sugli stupefacenti. In vigore dal 1990, l'applicazione della legge ha avuto un incremento globale del 72,5% tra il 1999 e il 2006. Si e' passati da 14.232 cause del 1999 a 26.552 del 2006, secondo i dati SNIC.
-Fenomeno urbano, l'applicazione della legge e' aumentata nella citta' di Buenos Aires del 17,8%; in provincia di Buenos Aires del 79,4%; nel resto del Paese nel suo insieme del 250%, in particolare a Santa Fe e Cordoba.
-Le forze di sicurezza avviano il 90% dei processi mediante l'arresto per strada di persone con meno di 10 grammi di marjiuana o cocaina, nell'80% dei casi senza che abbiano armi ne' stiano commettendo altri reati.
-Profilo costante nel tempo dei detenuti per possesso di stupefacenti. Nel 92% dei casi si tratta di uomini giovani dai 20 ai 30 anni, ma specialmente dai 16 ai 23, argentini, celibi, senza precedenti penali ne' detenuti in passato. La maggior parte dei processi riguarda il possesso per consumo e i tribunali applicano criteri differenti. Al di la' delle differenze di criterio, persistono interpretazioni giurisprudenziali degli anni novanta che avallano la criminalizzazione del possesso di stupefacenti per uso personale.
-Mancanza di coordinamento tra agenzie di polizia e agenzie di giustizia. Si registra una mancanza di coordinamento e l'applicazione di criteri contrastanti.
-Non si contrasta il narcotraffico bensi' le piccole illegalita'. E se sul piano discorsivo si sostiene di "combattere il narcotraffico", la risposta istituzionale agisce sugli anelli piu' deboli (consumatori, piccoli spacciatori), cio' che produce un'"illusione" repressiva. Il fatto di perseguire consumatori e piccoli trafficanti sembra favorire le condizioni adeguate per liberalizzare reati quali il lavaggio di denaro, i guadagni con i precursori chimici, la commercializzazione di medicinali senza ricetta e i tanti altri reati elencati nella legge sugli stupefacenti che, invece, non sono ne' perseguiti ne' repressi.
-Mancanza di monitoraggio e dati sistematici. L'applicazione di politiche penali di controllo dell'offerta e della domanda di droghe senza il monitoraggio della realta' segnala un marcato deficit nella produzone di indagini da parte dello Stato. La scarsa informazione avviene in modo scoordinato e discontinuo, e cio' implica una serie di inconvenienti e ostacoli nel valutare l'efficacia e gli effetti reali di tali politiche.
Di questo studio e di quanto succede nel resto dei Paesi dell'America Latina si discutera' nella Conferenza Latinoamericana delle politiche sulle droghe, che si terra' a Buenos Aires il 6 e 7 agosto.
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