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Centrali nucleari tedesche: migliaia di lavoratori temporanei
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Articolo di Redazione
8 giugno 2011 17:16
 
Da un rapporto governativo si apprende che nelle centrali atomiche tedesche i lavoratori a contratto svolgono le funzioni più rischiose e sono più esposti a radiazioni del personale fisso. Molti di loro lavorano anche fuori dalla Germania. La Sinistra parla di "proletariato radioattivo" e teme irregolarità con i tesserini personali.

A richiesta del partito Die Linke (la Sinistra), il Governo ha prodotto un rapporto sulla situazione di chi lavora nelle centrali atomiche in Germania. Esso dice che oltre 67.000 lavoratori esposti professionalmente a radioattività devono avere un tesserino particolare. Il pass è obbligatorio per chi lavora in settori sottoposti a protezione dai raggi in un impianto terzo. Ciò vale, ad esempio, per i lavoratori a contratto, oppure per chi esegue i controlli durante la revisione di una centrale. Secondo i dati governativi, nel 2009, nei 17 reattori ad acqua leggera (LWR) sono stati posti sotto osservazione 6.000 collaboratori appartenenti al personale interno. Molto più elevato, invece, il numero del personale esterno, tra cui il Governo inserisce i lavoratori in affitto e a progetto. Queste persone, assunte tramite un'agenzia interinale o che hanno un altro datore di lavoro, di solito hanno retribuzioni inferiori. Si tratta di oltre 24.000 soggetti.
Ciò che balza agli occhi è la differenza di radiazioni tra i due gruppi. La dose annuale per tutto il personale interno è complessivamente di 1,7 sievert (l'unità di misura della dose di radiazione). Tra gli impiegati esterni il totale è di 12,8 sievert. Questo significa che quasi il 90% delle dosi di raggi lo assorbe il personale temporaneo, contro poco più di un decimo del personale fisso. Da ciò si evince, in base ai calcoli fatti da Die Linke, che il livello di radiazioni per il personale esterno sia, pro capite, "in media quasi il doppio di quello del proprio personale".

Il personale esterno lavora "internazionalmente"
Poiché negli ultimi trent'anni la quota di lavoratori esterni è notevolmente aumentata, la deputata della Sinistra, Jutta Krellmann, presume che siano quest'ultimi a "svolgere maggiormente le attività più soggette a radiazioni". Ciò non significa che siano esposti a dosi vietate; il livello medio a persona resta comunque ben al di sotto della media europea fissata in 20 millisievert per ogni individuo esposto a radiazioni per cause professionali.
Che le imprese energetiche si avvalgano di aziende appaltatrici e di lavoratori in affitto per risparmiare denaro, è consuetudine anche altrove. In Francia sono 30.000 i lavoratori che passano da una centrale all'altra, e infatti sono soprannominati i "nomadi del nucleare". I lavoratori temporanei danno una mano nella sostituzione degli elementi combustibili e si occupano di riparazioni e di manutenzione nelle aree a più alta densità radioattiva. L'organizzazione dei medici IPPNW, antinuclearista, da tempo lamenta che nelle centrali tedesche la mautenzione sia generalmente affidata a personale inesperto e a lavoratori a tempo determinato.
Secondo i dati del Governo, il personale esterno spesso si muove a livello internazionale. Le autorità tedesche possono, su richiesta, riconoscere la registrazione del tasso radioattivo rilevato ufficialmente fuori dalla Germania. Per questo, l'esponente politica della Linke, Dorothée Menzner, teme che ci siano lavoratori in giro tra i vari Stati con diversi tesserini, e che superino la dose massima di radiazioni. Il Governo non ha indizi di questo genere, però intende adoprarsi perché a livello europeo si adotti un tesserino unico.

(articolo di Thomas Oechsner per Sueddeutsche Zeitung del 06-06-2011. Traduzione di Rosa a Marca)
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