Non so quanto le manifestazioni unilateralmente pro Palestina, che continuano nel nostro Paese, e non solo, siano davvero a vantaggio dei Palestinesi comuni oppure servano soltanto ai terroristi di Hamas, facendoli apparire come i prodi senza macchia e senza paura, che lottano per i deboli, mentre, dall’altra parte - quella israeliana – ci sono soltanto portatori di morte e distruzione tra i Palestinesi di Gaza, nutrendo così, oltretutto, un assurdo antisemitismo (come ho affermato nelle mie
noterelle del 18 maggio).
Non è così. La gente comune, quella palestinese e quella israeliana, dimostra che questa narrazione è distorta, tanto è vero che in Israele vi sono numerose associazioni tra Israeliani/e e Palestinesi, che lavorano insieme per la pace tra i due Popoli, tanto più adesso in mezzo alla guerra.
E’ il caso delle due associazioni di donne
Women of the Sun (palestinesi) e
Women Wage Peace (israeliane), di cui sono venuta a conoscenza il 20 maggio grazie a un collegamento su Zoom organizzato da “Gruppo di studi ebraici” di Torino, “Jcall” e “Sinistra per Israele”. La palestinese Marwa Hammad e l’israeliana Naama Barak hanno illustrato
l’”Appello delle madri” (Mothers’ cal) che trascrivo qui sotto (le parti in grassetto sono nell’originale):
“
Noi, donne israeliane e palestinesi, appartenenti a gruppi sociali diversi, siamo unite dall’aspirazione umana a un futuro di pace, libertà, uguaglianza diritti e sicurezza per i nostri figli e le future generazioni.
Per tale motivo, chiediamo ai nostri leader di ascoltare il nostro appello e di iniziare il prima possibile le trattative di pace con impegno serio per arrivare – in tempi ragionevoli – a una soluzione politica al nostro lungo e doloroso conflitto.
N
oi chiamiamo le/gli appartenenti ai nostri due popoli – palestinese e israeliano – e ai popoli limitrofi ad unirsi al nostro appello e di dimostrare il loro supporto alla fine del conflitto.
Chiediamo a tutte le donne del mondo di appoggiare il nostro appello per un futuro di pace, di sicurezza, lavoro e rispetto per i nostri figli e per tutti gli abitanti delle zone a noi circostanti.
Chiediamo a tutte le persone di pace del mondo, giovani, adulti, capi religiosi, leader ed educatori e tutti coloro, per i quali la pace è importante, di unire la loro voce al nostro appello.
Invitiamo i nostri leader ad aderire al desiderio di porre fine al conflitto palestinese-israeliano per arrivare a una pace stabile e giusta. Ci impegniamo a prendere parte attiva nei processi di negoziazioni e trattative fino al loro pieno compimento, in linea con la risoluzione ONU 1325 (1).
Chiediamo ai nostri leader di mostrare coraggio e di fare un cambiamento storico, che tutti desiderano. Stringiamo le mani con determinazione e solidarietà per fare tornate la speranza nei nostri popoli”.
(1)
La risoluzione ONU 1325 «Donne, pace e sicurezza»: "
incentivare la partecipazione delle donne alla promozione della pace.
tutelare i diritti delle donne e delle ragazze durante e dopo i conflitti e contrastare la violenza di genere".
(nell’originale, al testo italiano, fa seguito, quello in arabo in ebraico, l’uno di fronte all’altro).
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