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Contro l'ateismo: una crociata americana
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Articolo di Redazione
2 febbraio 2012 10:13
 
La città di Cranston è un'enclave cattolica nel Rhode Island nel Nordest degli Stati Uniti, Stato di per sé non particolarmente religioso. E' adagiata nella pittoresca Baia di Narragansett a nordest di New York, e i suoi 80.000 abitanti sono così tranquilli che i poliziotti locali hanno ben poco da fare, se non consigliare il modo migliore di spalare la neve o come si maneggiano correttamente i fuochi d'artificio. Sicché hanno suscitato meraviglia, recentemente, quelle tre macchine della polizia ferme davanti alla High School Cranston West.
Che ci facevano? Erano lì per Jessica Ahlquist, la ragazza sedicenne minacciata da più parti da quando, tre settimane fa, su sua denuncia, il tribunale dello Stato ha imposto di rimuovere la preghiera che campeggia nell'aula magna della scuola. "Fateci mettere le mani sulla responsabile", chiedevano via Twitter e Facebook i compagni arrabbiati. "Le spaccheremo il muso." Anche il deputato democratico Peter Palumbo, ex alunno della Cranston West, ha dato sfogo alla sua rabbia. "E' un piccolo essere diabolico", si è sfogato contro l'impegno di Ahlquist per la separazione tra Stato e Chiesa come recita la Costituzione.
Persino i tentativi della Fondazione per la Libertà Religiosa di farle avere un mazzo di rose sono falliti. La sua presidente, Annie Laurie Gaylor, si è vista respingere l'ordinazione da ben tre fiorai di Cranston e della vicina Warwick, e ha dovuto ripiegare sul confinante Connecticut. "Un caso a così alto tasso di diffamazione, disprezzo e stigmatizzazione non si vedeva da tempo", ha detto al New York Times.

"Mi sentivo esclusa"
Eppure la vicenda è cominciata due anni fa in modo sobrio. A seguito di una denuncia anonima di genitori presso l'American Civil Liberties Union (ACLU) contro il "prayer banner" di quasi tre metri, l'autorità scolastica organizzò dibattiti per decidere cosa fare della controversa preghiera. Jessica Ahlquist, che dopo la grave malattia di sua madre e le molte preghiere inascoltate è passata da essere convinta cattolica all'ateismo, ha cominciato a chiedere, via Facebook, di rimuovere la preghiera esposta da quasi 50 anni. "Ogni volta che vedevo quella scritta, mi sentivo in qualche modo esclusa".
Ma la direzione scolastica ha lasciato la preghiera lì dov'era, sostenendo che rappresenta la storia della scuola e che contiene valori terreni come l'onestà e l'amicizia. Si sono susseguite innumerevoli discussioni fino a che, nella primavera del 2011, l'Unione delle libertà civili ha chiesto ad Ahlquist se volesse denunciare le autorità scolastiche. Lei, figlia di un vigile del fuoco e di un'infermiera, ha detto di sì. "Ci sono sicuramente molti come me che non credono in Dio", ritiene. "Dobbiamo aiutarli a non nascondere più, per paura, la loro mancanza di fede".
Malgrado i nuovi insulti dei compagni ("Inchiodatela sulla croce!"), la ragazza ha partecipato al dibattito, che si ripete ogni Natale nel cattolico Rhode Island, a proposito della terminologia da usare per le antiche usanze. Quando il Governatore Lincoln Chafee ha definito l'albero di Natale davanti al Parlamento a Providence "albero festivo", provocando le proteste dei credenti, Ahlquist si è schierata dalla sua parte. "I cristiani sono arrabbiati solo perché il Governatore si comporta in modo leale e politicamente corretto", ha sostenuto. "Del resto, Roger Williams nel 1636 ha fondato esplicitamente Rhode Island quale Stato per le libertà religiose, dove ognuno è uguale, indipendentemente dalla sua religione o anche se è senza fede".

Cambiare scuola? Proprio no.

Le centinaia di messaggi di insulti delle ultime settimane si sono convertite in minacce vere e proprie. Da quando l'11 gennaio, il giudice Ronald Lagueux, sulla base della Costituzione e della pronuncia del Tribunale Superiore di Washington, ha deciso che l'autorità scolastica debba rimuovere la preghiera dall'aula magna del "Cranston West", Jessica Ahlquist non s'azzarda quasi più a uscire per strada. Dopo essere stata messa alla gogna per settimane ed essere finita sotto scorta della polizia, la settimana scorsa ha chiesto d'essere sospesa dalle lezioni.
Ma ha smentito la notizia della radio locale, secondo cui non intenderebbe più tornare in quella scuola. "Perché sia chiaro: è mia intenzione salire sul podio dell'aula magna per la cerimonia di chiusura del 2013 con l'attestato della Cranston High School West", ha fatto sapere via Twitter. Mentre le autorità scolastiche pensano a un possibile ricorso contro la decisione del giudice Lagueux, la polizia ha avviato indagini nei confronti degli oppositori militanti di Jessica Ahlquist. Intanto, nascosto sotto un telone, c'è la tavola con la preghiera che contiene un verso molto eloquente: "Padre che sei nei Cieli, aiutaci a essere perbene e a sorridere anche quando siamo sconfitti!"

(di Christiane Heil, da Los Angeles, per Frankfurter Allgemeine Zeitung del 30-01-2012. Traduzione di Rosa a Marca)
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