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Energia verde un po' imbrogliona
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Articolo di Redazione
8 febbraio 2012 13:27
 
In Germania tre milioni di utenze domestiche si sono convertite all'elettricità verde, ossia derivata da fonti alternative. Ma solo due forniture su tre aiutano veramente l'ambiente; un terzo no, persino se il suo mix elettrico si compone al 100% di energie rinnovabili.

Sulla carta sembrerebbe una svolta: tre milioni di nuclei approvvigionati di elettricità ecologica sono tanti. Non tutti, però, possono vantare un sostegno reale all'ambiente. Stiftung Warentest analizza prodotti e servizi per i consumatori, e ha scoperto che ci sono bollette elettriche solo teoricamente ecologiche.
I suoi analisti hanno posto sotto la lente le tariffe dell'elettricità verde cui gli utenti sono vincolati per non più di sei mesi. Risultato: delle 19 offerte, solo 13 "danno un sostegno effettivo all'ambiente". Ossia, ciò avviene quando l'elettricità ecologica venduta all'utente sostituisce davvero quella convenzionale. "Solo così il flusso elettrico diventa più verde", dice Simone Vintz, esperta d'energia per la Fondazione Warentest.
Non ogni bolletta verde rispetta queste condizioni -anche se la sua composizione risulta derivata totalmente da energie rinnovabili. A monte c'è il fatto che l'offerta d'elettricita' ecologica supera la domanda. "Se un'azienda vende solo le eccedenze d'energia verde provenienti da vecchie centrali idriche, l'ambiente non ne trae vantaggio", spiega la signora Vintz. Soltanto se il fornitore usa il ricavato della vendita per rendere accessibili nuove fonti alternative rafforza la svolta.
A contribuire alla svolta sono soprattutto i fornitori indipendenti, ma ci sono anche alcune aziende convenzionali che promuovono nuovi impianti di energia idrica, eolica, solare. Ed è proprio l'aumento di nuovi impianti l'aspetto che i clienti dovrebbero tenere più presente quando scelgono il fornitore.
Un'indicazione al riguardo può venire dai certificati. Per esempio, si sa che OK-Power-Label oppure Gruener-Strom-Label vengono attribuiti solo ai fornitori che effettivamente creano nuove fonti d'energia pulita.
Il guaio è che sono troppi i marchi di qualità assegnati all'elettricità ecologica, al punto che l'associazione dei consumatori del Nordrhein-Westfalen parla di "giungla delle etichette". Ha infatti constatato che la maggioranza delle 2000 offerte in ambito nazionale "non contribuisce, o molto poco, al potenziamento delle energie rinnovabili".
Contro questo tipo d'imbroglio, le associazioni chiedono un marchio di qualità unitario come per gli alimenti.

(da un articolo di Andreas Jalsovec per Sueddeuetsche Zeitung del 26-01-2012. Traduzione di Rosa a Marca)
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