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Fallimento societa' e amministrazione straordinaria: ci rimettono solo i consumatori. L'esempio Volareweb
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Articolo di Pietro Yates Moretti
16 luglio 2010 13:53
 
Accade spesso che il fallimento venga utilizzato per sbarazzarsi dei creditori più deboli piuttosto che proteggerli e garantirli. Dopo la chiusura della procedura concorsuale il fallito ritorna in bonis (pulito), riapre una società con un nome diverso (magari con i fondi nascosti all'estero prima di fallire), per poi fallire nuovamente e così via. Solo i grandi creditori hanno la capacità di seguire le vicende dell'imprenditore dopo la chiusura del fallimento e fargli causa individualmente.
Con l'introduzione dell'amministrazione straordinaria (legge Prodi del 1999), vengono conferiti al Governo poteri straordinari di intervento nel caso di insolvenza di grandi imprese. In ogni caso, a garanzia dei diritti dei creditori, rimane il controllo continuo del Tribunale fallimentare che può in ogni momento convertire la procedura in fallimento. Ma evidentemente non bastava che fosse 'straordinaria', doveva essere anche 'speciale'. Nel 2003, in pieno crack Parmalat, il Governo Berlusconi emana un decreto di urgenza per creare l'istituto dell'amministrazione straordinaria speciale. Così la stortura che si verifica nel fallimento a scapito -in questo caso- di obbligazionisti e azionisti, è diventata la regola sancita dalla legge e eseguita dal Governo. Si tratta infatti di una procedura più snella e rapida rispetto alle altre procedure concorsuali e soprattutto prevede  una tutela giudiziaria dei diritti dei creditori incredibilmente compressa (e a periodi totalmente assente). Il commissario straordinario è emanazione del Governo, e con la sua autorizzazione puo' fare tutto senza che il Tribunale fallimentare possa metter bocca (se non dopo 180 giorni, prorogabili per altri 90, tempo in cui la società potrebbe essere già estinta, venduta, svenduta, sparita). Basta infatti un decreto ministeriale per aprire la procedura, bloccare ogni azione dei creditori e mettere tutto in mano ad un commissario nominato dal Governo. Il tribunale si limita a dichiarare lo stato di insolvenza, dopodiché il commissario ha fino a 270 giorni per presentare un programma (autorizzato dal Governo) in Tribunale. Dopo la presentazione del programma, il Tribunale puo' convertire la procedura in fallimento sulla base dell'inattuabilità o inattuazione del programma ove non fossero garantiti i diritti dei creditori. Ma prima della presentazione di quel programma, durante quei 180-270 giorni, su quali basi puo' un giudice decretare il fallimento a garanzia di TUTTI i creditori (si chiamano per questo procedure concorsuali), se il commissario non è tenuto a fornire alcun programma?
Non è un caso che, nel caso Alitalia ad esempio, l'operazione di vendita degli asset (parte buona) a Cai sia avvenuta proprio in quei periodo di assenza del controllo giudiziale (tant'e' che lo stesso Tribunale di Roma se ne è lamentato). Quando il commissario ha presentato il programma al Tribunale, la parte buona della vecchia Alitalia non c'era già più. In barba quindi ai creditori, in particolare consumatori (piccoli azionisti, viaggiatori rimasti a terra, etc.), la cui unica tutela giudiziale è venuta meno.
Qualcuno potrebbe obiettare: anche se non c'era il controllo di un giudice, in ogni caso è il Governo -indipendente, sovrano, espressione (seppur indiretta) della volontà popolare- che garantisce il popolo di consumatori. Per una lunga serie di motivi, che non stiamo qui ad elencare, siamo convinti che il Governo (di qualunque colore, anche se alcuni colori più di altri) non risponda mai agli interessi diffusi di consumatori e piccoli azionisti quando di mezzo ci sono grandi aziende.
Facciamo un esempio concreto di come il consumatore possa rimanere fregato addirittura due volte grazie a questa procedura concorsuale: Volareweb. Un primo gruppo di consumatori è rimasto fregato nel 2004 a seguito della procedura di amministrazione straordinaria speciale di Volare Group e Volareweb. Il commissario straordinario (ricordiamolo: emanazione del Governo) vende la 'parte buona' del gruppo ad Alitalia (già sull'orlo del collasso), mentre ai consumatori fregati -iscritti al passivo dal 2004- viene lasciata la 'parte cattiva'.
Poi, qualche anno dopo, il marchio Volareweb (acquistato appunto da Alitalia tramite la controllata Volare S.p.A.) fa una seconda ondata di vittime. Grazie alla procedura di amministrazione straordinaria speciale di Alitalia aperta nel 2008 dal Governo Berlusconi la 'parte buona' di Alitalia (e di Volare) viene acquistata da Cai per diventare l'attuale compagnia di bandiera Alitalia-Cai. E ovviamente, anche in questo caso, ai consumatori fregati da Volareweb è stata lasciata la 'parte cattiva'. Insomma, grazie a questa straordinaria a specialissima procedura 'concorsuale', Volareweb si è lasciata dietro un gruppo di consumatori fregati dal 2004, ed un nuovo gruppo di fregati nel 2008. Quel che di buono rimaneva di questa compagnia è stato via via privato ai creditori ed oggi è confluito nella gloriosa compagnia di bandiera... almeno fino alla prossima amministrazione straordinaria speciale.
Di seguito una breve (quanto faticosa) ricostruzione delle vicende di Volareweb.


30 novembre 2004 - Volare Group S.p.A. (tra cui Volareweb S.p.A.) entra in amministrazione straordinaria speciale.

febbraio 2006 - Alitalia si aggiudica all'asta (con gara fasulla) la parte buona di Volare Group. Ne nasce lunga controversia giudiziaria.

10 aprile 2006 nasce Volare S.p.A., società creata da Alitalia con lo scopo di acquistare Volare Group (in quanto non era possibile per Alitalia acquistarla direttamente).

13 aprile 2006 - Volare S.p.A. acquista la parte buona di Volare Group.  Volare S.p.A. ha quindi gli asset di Volare Group (tra cui il marchio industriale Volareweb).

26 agosto 2008 - Si costituisce la Compagnia Aerea Italiana S.r.l. (Istituto Sanpaolo e vari imprenditori con lo scopo di rilevare marchio e attività di Alitalia e Air One), fortemente voluta, incoraggiata e coartata dal Governo.

29 agosto 2008 - Alitalia chiede ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria speciale. (Notare il tempismo: tre giorni dopo la nascita della Cai). Nello stesso giorno il Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, firma personalmente un decreto in cui apre la procedura di amministrazione straordinaria speciale e nomina Augusto Fantozzi commissario straordinario.

5 settembre 2008 - Sentenza tribunale fallimentare di Roma che accerta l'insolvenza (né più e né meno una formalità).

15 settembre 2008 - Anche Volare Spa chiede di essere ammessa alla procedura straordinaria speciale, anche se senza requisiti oggettivi, in quanto controllata da Alitalia. Il giorno stesso, il ministero Sviluppo economico nomina Fantozzi commissario straordinario di Volare S.p.A.

25 settembre 2008 - Tribunale fallimentare di Roma dichiara lo stato di insolvenza di Volare S.p.A.

12 dicembre 2008 - Cai Spa acquista gli asset e marchio da Alitalia per 1.052 milioni (solo 300 milioni versati in contanti) e quindi anche la parte buona di Volare S.p.A. I consumatori di Volare rimangono iscritti al passivo della 'parte cattiva'.

13 gennaio 2009 - Nasce la nuova Alitalia (Alitalia - Compagnia aerea italiana S.p.A.). Grazie al 'trasporto di parti buone' dal 2004 a oggi, il codice Volare Airlines (VE) è tutt'ora utilizzato su alcuni voli da Alitalia per aggirare i limiti imposti dall'aeroporto di Linate.

13 gennaio 2009 - Data ultima per iscriversi al passivo della 'parte cattiva' di Volare S.p.A..
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