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Francia. Azione anticannabis nelle universita' di Parigi
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Articolo di a cura di Rosa a Marca
25 ottobre 2005 15:50
 
"Cannabis droga leggera, tabacco droga semi-pesante, e' tutta una questione di cultura", ricorda Claire, 24 anni, studentessa alle Belle Arti, prima di sottoporsi all'esame della capacita' polmonare. A fare la cronaca e' il quotidiano francese Libération.
Per la settimana annuale di prevenzione ( "Tabacco, io smetto, io respiro") negli atenei parigini, la cassa mutua per studenti Smerep ha deciso di parlare anche di sigarette alla cannabis. E' la prima volta. Agli apprendisti artisti due medici universitari propongono un dispositivo che misura il monossido di carbonio, una visita tabaccologica, un mese di cerotto antitabacco gratuito e un colloquio con un'educatrice del centro Emergence.
Le Belle Arti sono un luogo un po' particolare, dove si beve birra e non vino, si fumano piu' spinelli che sigarette, anche perche' la direttrice e' una rigida antifumo. "Quando fumavo cannabis, fumavo meno sigarette, pero' ero piu' stanca", racconta una ragazza. "Uno spinello e' l'equivalente di una sigaretta in quanto a monossido di carbonio (CO)", le ricorda il medico. Un'altra ragazza e' furiosa per il fatto che, da non fumatrice, ha 0,2 di CO nei polmoni, e solo perche' viaggia in bicicletta nelle strade inquinate di Parigi. Arriva Pierre, che pero' ha paura dell'esame e cerca d'eclissarsi. Ha venticinque anni e non vuole misurare la propria intossicazione, anche perche' ha appena finito di fumare due spinelli. In compenso, e' contento di poter parlare di cannabis con gente esperta. A un certo punto racconta: "Cinque spinelli al giorno hanno modellato la mia personalita'. Non una fuga dalla realta', ma un mezzo per affrontarla con piu' fiducia in me stesso. So che questo fatto mi spinge ai margini, ma e' quello che mi piace. Non voglio far parte della maggioranza. La cannabis mi da' l'incoscienza di credere che riusciro' a fare arte, a mangiare il mondo e a risputarlo". "Avresti voglia di provare ad essere cosi' ma senza consumare?", gli chiede dolcemente l'educatrice. "Non e' perche' fumi che riuscirai a fare un bel quadro, e' un cliché", ammette Pierre. "Nel 90% dei casi, finisci come un poveraccio davanti alla televisione. Ma, qualche volta ho avuto delle idee che sono piaciute ai prof. Certo, se continui, la cosa ti s'attacca al cervello", riconosce. "Ho una piccola ombra riguardo alla mia salute. Ho fumato tanto che ho fatto la croce sui miei settant'anni". "Ti preoccupa la tua salute?", le chiede l'educatrice. "Vieni al centro a parlarne con noi. E' bene parlare di piaceri e di inconvenienti. Per esempio, il sonno sotto l'effetto della cannabis non e' ristoratore". E Pierre riparte con un biglietto da visita in tasca.
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