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Francia. Il furore degli anticannabis
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Articolo di Rosa a Marca
3 maggio 2005 16:13
 
La cannabis porta alla pazzia? Stando a certi programmi televisivi, come Bouffée d'enfer trasmesso da France 5 il primo maggio, parrebbe di si'. "Sembra che un medico avesse detto alla radio che fumare rende schizofrenici, e quel giorno siamo stati subissati dalle telefonate di genitori pronti a ricoverare i loro ragazzi. Li abbiamo rassicurati. Abbiamo spiegato che la cannabis puo' rilevare turbe psichiche in alcuni soggetti fragili, e che e' sconsigliata alla maggioranza dei giovani", racconta un coordinatore di Cannabus, uno dei 240 consultori "jeune usager".
La campagna di sensibilizzazione lanciata all'inizio di febbraio sta producendo degli effetti secondari inquietanti. Era necessario, secondo il ministro della Sanita', dare un taglio al mito della cannabis e cercare di farla uscire dall'ideologia della presunta innocuita'. Solo che, tre mesi dopo, si assiste alla sua completa demonizzazione. Lo si avverte nei discorsi della gente ma , quel che e' piu' grave, si propaga sul terreno della prevenzione. A cio' si aggiunga la nuova circolare Perben dell'8 aprile che chiede ai procuratori di sanzionare per istigazione il movimento che milita per la depenalizzazione della canapa.
Per strada i controlli sono rigidi. "Se ti fermano con uno o due grammi di fumo ti portano sistematicamente in commissariato", spiega Jean-Pierre Galland del Circ (Collettivo di ricerca e informazione sulla cannabis). La crociata e' orchestrata, dietro le quinte, da una lobby reazionaria che dispone di referenti politici e mediatici sia locali che nazionali. E' guidata da due associazioni: France sans drogue e Comité national d'information sur les drogues (Cnid) . Fanno discorsi allarmistici, che vengono pubblicati sul settimanale ultra-conservatore Valeurs actuelles. Alcuni li hanno ripresi i deputati UMP nel dibattito parlamentare del 14 aprile. Esempi? "La cannabis e' la chiave nella serratura della malattia, della follia e del suicidio". "La droga e' il male assoluto". Al ministero della Sanita' minimizzano la portata di questa lobby. Ma intanto le posizioni estreme prosperano.
Didier Jayle, presidente di Mission interministérielle de lutte contre la drogue et la toxicomanie tiene un profilo basso. Ricorda che la campagna "La cannabis, une réalité" ha adottato un tono neutrale per risultare credibile presso i giovani, soprattutto riguardo ai 450.000 fumatori regolari. E' contrario ai toni apocalittici, approva gli spot che sottolineano i rischi di un consumo regolare e precoce (angoscia, perdita della memoria, mancanza di concentrazione, difficolta' nello studio). Anche Jean-Pierre Couteron, psicologo in un consultorio per tossicodipendenti, afferma: "Dire che questa sostanza in apparenza meravigliosa possa rivelarsi una trappola e' cosa positiva, ma incrementare un discorso estremizzato e caricaturale e' controproducente".
Intanto cresce l'inquietudine presso l'Association nationale des interventions en Toxicomanie che gestisce la meta' delle consultazioni. I suoi esperti sono in difficolta' quando intervengono nelle scuole perche' in molte regioni, come nella Vandea o in Normandia, si sono scatenati gli esponenti di gruppi proibizionisti. Per un certo tempo erano rimasti nell'ombra, oggi tornano allo scoperto e intraprendono il loro pellegrinaggio. Contro quest'offensiva il Circ ha deciso di rispondere con l'umorismo, con una parodia della campagna ufficiale intitolata: "La cannabis, e' troppo mortale!".
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