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La geopolitica di Babbo Natale
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Articolo di Redazione
21 dicembre 2013 13:36
 
L'origine del 25 dicembre cristiano contro i Romani
Nel IV secolo, il cristianesimo estende la sua influenza nell'Impero Romano. Per fare concorrenza ai saturnali romani (dal 17 al 24 dicembre), che corrispondono al solstizio d'inverno, periodo in cui durante il giorno le ore del sole sono minori, la Chiesa cristiana fissa la data della nascita di Cristo al 25 dicembre. Nella stessa epoca, in Asia minore, la leggenda conferisce al vescovo Nicola di Licia (che aveva partecipato al concilio di Nicea che stabili' buona parte del credo cristiano) la resurrezione di tre bambini. E cosi' divenne il protettore di tutti i bambini.
Dal XII al XVI secolo. San Nicola alla conquista dell'Europa cristiana
Ai tempi delle crociate, le reliquie di San Nicola vengono trasferite a Bari, dopo in Lorena. Da li', il mito si diffuse in Europa. San Nicola e' quindi celebrato ogni anno, il giorno della sua festa, il 6 dicembre. Viene presentato con una lunga barba, vestito come un vescovo (bastone curvo, mitra e con un grande vestito col cappuccio) che passa attraverso i camini per portare doni ai bambini piu' buoni, mentre quelli che sono disobbedienti vengono minacciati di botte dall'Uomo Nero.
XVII secolo. San Nicola vittima della Riforma protestante
Con la Riforma, i protestanti mettono fine al culto dei santi. Nonostante questo, il mito di San Nicola resiste nel nord Europa, in particolare nei Paesi Bassi, dove si chiama “Sinter Klaas”. In Alsazia e nei Paesi protestanti, dove la luce e' al centro delle celebrazioni del Natale, l'abete fa la sua prima apparizione. Mentre nei Paesi cattolici la mangiatoia, dopo san Francesco d'Assisi, colleziona statuine e pastori, immagini di una visione paradisiaca delle campagne. Dai protestanti, invece, e' l'abete il simbolo della festa.
XVII-XX secolo. Da Sinter Klaus a Santa Claus: dal cristianesimo al “liberalismo”
Nel XVII secolo, alcuni olandesi emigrano in America e fondano la colonia Nieuw Amsterdam. In qualche decennio, la consuetudine olandese di San Nicola si diffonde e Sinter Klaas diviene Santa Claus. In seguito, assimilano questa “festa dei bambini” a quella del Bambin Gesu': san Nicola fa ormai il suo giro la notte del 24 dicembre. Tra il XIX e il XX secolo, poeti e illustratori americani fanno il suo ritratto: Thomas Nast, per esempio, rappresenta Babbo Natale, con le gambe corte e fumatore di pipa, come un eroe nordista che porta conforto ai soldati di Lincoln. Nel 1885, si viene a sapere che vive al Polo Nord. A partire dal 1930, Haddon Sublom disegna una serie di pubblicita' per l'azienda Coca-Cola, con il costume rosso e bianco: la potenzia mediatica degli Stati Uniti fara' il resto!
XX e XXI secolo. Controversia geopolitica sul luogo di residenza di Babbo Natale
Norvegesi, svedesi, danesi, canadesi e americani propongono alternativamente dove “in termini economici” vive Babbo Natale. La localizzazione della sua casa al Polo Nord e' sostanzialmente rimessa in discussione, nel 1927, dai finlandesi, che spiegano come Babbo Natale non puo' vivere al Polo, poiche' li' non ci sono vegetazioni per nutrire le sue renne. Essi stabiliscono unilateralmente che Babbo Natale vive in Lapponia, a Korvatunturi!

(articolo pubblicato il 21/12/2013 sul quotidiano Le Monde)

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