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Iraq. "Impossibile" controllare i confini
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Articolo di Alessandro Garzi
2 settembre 2003 20:12
 
Perche' un Paese sia un "paradiso" per trafficanti, un elemento chiave e' la poca sicurezza dei confini, oltre che una situazione interna poco stabile. L'Iraq ha piu' di 3000 km di confine, per lo piu' desertico e poco controllato. In piu', la situazione interna del Paese fa in modo che dalle nazioni confinanti (Arabia Saudita, Giordania, Kuwait, Turchia, Siria ed Iran), possano affluire, soprattutto negli ultimi due casi, visti i rapporti con Washington, guerriglieri legati o meno ad organizzazioni come Al Qaeda, pronti a cacciare l'"invasore straniero".
Le autorita' siriane, ad esempio, definiscono "impossibile" il controllo capillare dei quasi 500 km di confine nel deserto, e definisce il numero di guerriglieri che hanno passato il confine durante e dopo la guerra come "imprecisato". Lo stesso presidente siriano Bashar Assad, ha detto lo scorso maggio al Segretario di Stato degli Usa, Colin Powell, che la sicurezza dei confini iracheni e' ora una responsabilita' degli Usa. Identica e' l'opinione delle autorita' saudite, che chiedono agli Usa di controllare almeno un lato del confine iracheno, lungo 960 km circa e completamente desertico, definito come una manna per il traffico dei guerriglieri integralisti. L'Iran si e' subito definito disposto a controllare il lunghissimo confine che separa i due Paesi, oltre 1200 km, ma negli ultimi quattro mesi si sono verificate piu' di 100 morti lungo la linea di confine, per sete, per rapina o per essere esplosi sulle mine antiuomo, e si considera che siano decine i pellegrini che ogni giorno attraversano il confine nonostante i pericoli per visitare i luoghi santi sciiti.
Sembrano piu' "sicuri", sotto il punto di vista dei traffici (c'e' "esperienza", nel contrabbando dagli anni dell'embargo all'Iraq), il confine giordano e quello del Kuwait per via della grandezza non eccessiva, e quello turco, gia' blindato a causa della guerriglia dei kurdi.
L'Unodc ha gia' definito l'Iraq una "terra fertile" per il narcotraffico. La possibilita' che, domani, non siano guerriglieri, pellegrini, o contrabbandieri di generi di prima necessita' a passare i confini "porosi" della nazione, e' abbastanza alta.
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