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Articolo di Vincenzo Donvito
19 gennaio 2006 14:52
 
C'e' una rubrica di lettere sul nostro portale -Cara Aduc- dove ogni giorno rispondiamo a moltissimi quesiti sui vari argomenti di cui si occupa l'associazione. Tra questi il tema "staminali" e' abbastanza gettonato, per vari motivi: non c'e' nel panorama mediatico niente di simile al nostro Notiziario, mentre l'approccio divulgativo che abbiamo in materia favorisce un certo rapporto amichevole che induce a fare domande senza tanti timori e -cosa piu' determinante in assoluto- quella sorta di ultima spiaggia che viene considerata questa ricerca da chi, dopo aver bussato a non si sa piu' quante porte, prova anche l'ultima, piu' difficile e insolita perche' ancora allo stato di ricerca.
A questo link si puo' leggere una selezione di queste lettere con le nostre relative risposte: clicca qui.
Niente di particolarmente fantasmagorico, ma lo specchio di un'Italia malata, che soffre della propria malattia e, soprattutto, che soffre perche', invece di essere circondata dall'entusiasmo che servirebbe come supporto alla speranza, e' circondata da dilanianti polemiche e paletti ideologici/politici che, alla fin fine, sono il solito vecchio metodo per impedire che la scienza e la conoscenza escano dalle stanze di chi detiene il potere (politico e religioso).
Per capire meglio questo, basti un solo esempio, quello dei 30 mila e 400 embrioni crioconservati nella banche dati italiane, li' in attesa di essere estinti dalla prossima decisione. Trentamila sono quelli che hanno una "paternita'", cioe' riconosciuti dalle specifiche coppie prima che fosse approvata la legge due anni fa. Quattrocento sono quelli cosiddetti orfani, tali grazie al decreto dell'allora ministro Girolamo Sirchia dell'agosto del 2004: abbandonati a se stessi e che, da soli, basterebbero a dare un notevole contributo per la ricerca in merito. Ma che quella sugli embrioni sia osteggiata non e' una novita', percio' restano li', al Policlinico di Milano grazie allo stanziamento ministeriale di 400 mila euro (una cifra spropositata per la crioconservazione in azoto, che costa quasi nulla) che quasi sicuramente servira' a nulla.
E' facile il parallelo tra l'Italia che soffre e quella che spende (inclusi i sodi dei sofferenti e dei loro parenti) per una prospettiva del nulla. Un parallelo che porta a evidenziare la lontananza delle istituzioni dai problemi e dalle speranze delle persone. Ma siamo proprio sicuri che debba essere pagato questo prezzo?
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