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 ITALIA - ITALIA - Italia. Lettera aperta a Silvio Berlusconi
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16 settembre 2004 20:00
 
Signor Presidente del Consiglio,
cosa accadrebbe se un suo parente stretto, un nipote per esempio, fosse affetto da un male senza speranza? Lo farebbe curare, certo. Ma se fosse possibile non solo curarlo ma guarirlo? Lo farebbe? Certo che si', suppongo. E se la cura fosse in contrasto con le disposizioni di legge, Lei violerebbe la legge stessa o farebbe ricorso ad ospedali esteri? E' evidente il riferimento al bambino talassemico guarito, si spera definitivamente, con il trapianto di cellule staminali, prelevate dal cordone ombelicale dei fratellini. Come sa, il metodo seguito per ottenere questo risultato e' proibito nel nostro Paese da una legge approvata dalla Sua maggioranza e da una parte della minoranza. In base a tale legge il Suo amato nipote sarebbe costretto a continue e dolorose cure e probabilmente condannato a morire. Questo e' il risultato di una disposizione parlamentare che ha trovato accorti suggeritori di morte. Che cosa fare per cancellare tale infamia? Un decreto di abolizione della legge? La firma per i referendum in corso? Decida Lei. In attesa ci permettiamo di darle un consiglio: non assuma come medico di famiglia il Suo ministro alla Salute.
Aspettiamo una risposta, insieme ai suoi nipoti e a quelli di tanti altri.
Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc

Roma, 7 Settembre 2004
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