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Materie prime: possibile riciclarle al 100%
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Articolo di Redazione
7 giugno 2011 19:11
 
La Germania importa materie prime in grandi quantità, per poi sperperarle, sostiene la Commissione istituita dalla Cancelliera Angela Merkel. Gli esperti suggeriscono di potenziare radicalmente il riciclaggio. E ipotizzano persino una Germania libera dai rifiuti.

Un tedesco medio usa 40 tonnellate di materie prime all'anno, secondo il Consiglio per lo Sviluppo Sostenibile. Sono 110 chili al giorno, e solo una minima parte è costituita dai rifiuti domestici. "Le enormi quantità derivano dal consumo complessivo di materiali primari impiegati per produrre ogni sorta di merce", dice Hans-Peter Repnik, presidente della Commissione voluta da Angela Merkel.
Capita ancora che grandi quantità di materie prime, dopo l'uso finiscano tra i rifiuti; bruciate, depositate tra i residui indifferenziati, mandate all'estero per essere smaltite. Un sistema, che Repnik e i 14 membri della Commissione vorrebbero cambiare quanto prima. E' consigliabile "la prospettiva concreta di un'economia circolare al 100% e la rinuncia, col tempo, dell'uso di materie prime a termine, non rinnovabili". Lo dice il rapporto che hanno consegnato al Governo. "Dopo che la Germania ha intrapreso la strada dell'approvvigionamento energetico rinnovabile al 100%, dovrebbe puntare a rivalorizzare le materie prime al 100%", così Repnik.
I membri del gruppo, tra cui Eric Schweitzer del consiglio d'amministrazione dell'azienda di riciclaggio Alba, e Olaf Tschimpke, presidente dell'associazione tedesca per la protezione della natura (Nabu), negli ultimi mesi hanno osservato i flussi dei materiali che attraversano la Germania. Si sono occupati di metalli e terre rare provenienti da tutto il mondo in arrivo nei porti tedeschi, hanno fatto analizzare i processi produttivi ed esaminato che cosa accade dei residui.

La Germania butta via risorse

Ebbene: Malgrado i tanti successi nel riciclaggio, il Paese continua a essere una "economia a perdere, che getta via le risorse finite e limita la ricchezza di beni". Schweitzer esemplifica con gli elettrodomestici e la plastica: due milioni di tonnellate di plastica buttate ogni anno nella spazzatura domestica e poi bruciate, quando il granulato di plastica costa 400-500 euro a tonnellata. In quanto agli elettrodomestici, viene riciclato solo il 40%, il resto finisce tra i rifiuti generici. Tutto ciò è puro sperpero, dice Schweitzer. "Litighiamo su chi debba riciclare, se i Comuni o i privati, anziché discutere di come ottenere il riciclaggio completo".
Stando al Consiglio, la condizione per raggiungere una vera economia circolare è dare al produttore l'intera responsabilità dei suoi prodotti. "Al produttore si dovrebbe lasciare la responsabilità totale, in modo che quel che produce, una volta esaurito il ciclo venga recuperato".
Le proposte concrete avanzate dalla Commissione:
- L'obbligo di riciclaggio dato ai produttori farebbe sì che l'oggetto sia concepito in un altro modo fin dall'origine -non più un articolo che si butta, ma dalla vita lunga, più facilmente riparabile e più semplice da recuperare.
- I prodotti potrebbero essere noleggiati ai consumatori mentre la proprietà resterebbe al produttore.
- Bisognerebbe individuare nuove strade affinché i prodotti che contengono materie prime di valore, come metalli preziosi e terre rare, si possano raccogliere in maniera più efficiente.
- Si dovrebbe incentivare molto lo sviluppo di nuovi materiali recuperabili e di nuove tecnologie di riciclaggio.
Secondo Repnik, la politica governativa delle materie prime finora è stata unilaterale: "Il ministero dell'Economia si preoccupa di reperire al meglio i materiali dall'estero, ma non ha una strategia per quelle che abbiamo sul territorio", ha detto l'ex deputato della Cdu dal 1980 al 2005. In futuro è decisivo che beni quali automobili, elettrodomestici e manufatti di plastica siano considerati depositi di materie prime. "Abbiamo la potenzialità per diventare un Paese di materie prime". L'obiettivo di riuscire a riciclare il 100%, se oggi appare visionario, può invece diventare una realtà.

(articolo di Christian Schwaegerl per Der Spiegel del 01-06-2011. Traduzione di Rosa a Marca)
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