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Il modello asiatico: Seul, capitale della ricerca
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Articolo di Donatella Poretti
10 novembre 2005 18:57
 
Inaugurata il 19 ottobre, il primo novembre la Banca Mondiale delle cellule staminali era gia' operativa e sommersa dalle richieste di pazienti pronti a donare le proprie cellule per la clonazione. Le sole 5 persone addette a ricevere le prenotazioni sono state sommerse da quasi 10 mila richieste nelle prime 24 ore, e lavorano "giorno e notte". Ma anche per i ricercatori guidati Hwang Woo-Suk sono previsti turni da 12 ore. Impensabili dalle nostre parti. Un nuovo stile asiatico di produzione scientifica a catena, lo definisce il prof. Bernat Soria, direttore del centro andaluso di biologia molecolare e medicina rigenerativa (Cabimer). E' bene che l'Europa rifletta sul modello asiatico e investa di piu' in biotecnologia.
E non solo l'Europa. Basti pensare che il primo Paese al mondo in cui e' stata realizzata la clonazione terapeutica grazie al professor Hwang Woo-Suk, ha stabilito un finanziamento pubblico di "soli" 24 milioni di euro. Una piccola cosa se paragonati ai 3 miliardi di dollari della California, con la differenza che questi ultimi sono ancora solo sulla carta e prima di essere distribuiti ed essere operativi, dovranno superare una serie di ostacoli e ricorsi legali frapposti da chi si oppone a queste ricerche.
Un modello, quello asiatico, che si muove con tempi velocissimi. Se nel febbraio 2004 Hwang Woo-Suk annuncio' la prima clonazione terapeutica, seguita ad un anno di distanza da una legge che regolamenta tali esperimenti, la Gran Bretagna ha dovuto attendere 3 anni dalla legge perche' fosse concessa la prima autorizzazione all'International Centre for Life di Newcastle. Gli Stati Uniti, la potenza mondiale per eccellenza, con le limitazioni dei finanziamenti federali sono rallentati da veti politici e freni economici, e restano alla finestra a scrutare come l'area della biotecnologia venga dominata dall'Asia: citta'-Stato come Singapore, che da' vita a Biopolis, luogo ideale per la ricerca; la Cina che avanza ancora sottotono e in maniera non appariscente; la Corea del Sud che, con il suo uomo simbolo Hwang Woo-Suk, pubblica i suoi risultati sulle riviste scientifiche internazionali, apre i propri laboratori agli altri ricercatori e politicamente investe e si schiera per la scienza.
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