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Narcos. La vita e la morte di Griselda Blanco. Un libro
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Articolo di Redazione
15 aprile 2013 9:12
 
La storia inizia e termina il 3 settembre dell'anno 2012, alle otto e venti della sera, con l'immagine del corpo inerte di Griselda Blanco disteso su un tavolo freddo di autopsia della sezione quindici dell'obitorio di Medellin.
La descrizione dell'autopsia praticata dal medico legale e', nello stesso tempo, come la violenta e drammatica storia personale di uno dei protagonisti piu' sanguinari del narcotraffico negli ultimi quaranta anni: le ferite di armi da fuoco avute lungo la sua vita; le varie operazioni che si era fatta fare per motivi estetici al fine di combattere quell'obesita' che le aveva portato via la sua antica bellezza giovanile, selvatica e seduttrice, e che l'aveva aiutata a entrare nel sottobosco criminale attraverso la porta dei bordelli; i suoi capelli appena tinti di nero per nascondere il grigio; i suoi vestiti macchiati di sangue e asciutti; la descrizione dei danni causati dai due colpi a bruciapelo che le avevano preso la vita in una macelleria di Medellin; e le tracce nello stomaco di un'arepa (panino con farina di mais) con formaggio, ancora non digerita, a testimonianza dell'ultimo pasto di questa donna di Antioquia che fu tanto malvagia, astuta e piena di risorse che Pablo Escobar -il bandito per eccellenza- riconobbe di essersi dedicato al narcotraffico grazie al suo esempio.
Questa e' forse la prima virtu' dell'indagine di Martha Soto sulla vita di Griselda Blanco, col risultato che il ritratto di una sola persona e' come la fotografia di tutto il fenomeno del narcotraffico in Colombia durante gli ultimi quaranta anni, nonche' della violenza che ne e' conseguita, quando la maestra di Pablo Escobar ha cominciato negli anni Settanta con le terribili fabbriche di sicari di questi giorni, come 'los Urabenos', ultimi eredi dei territori originariamente colonizzati dalla “Viuda Negra”, piu' nota come la “Madrina”.
La lettura di questo libro fa rivivere la decadenza del losco mondo del narcotraffico in Colombia (con i suoi protagonisti di tutte le classi sociali) e la vita emarginata e violenta dei narcos in Usa.
Qui ci sono le eccentricita' di coloro che ammassano fortuna dal giorno alla notte attraverso il crimine e la violenza terrificante che usano per mantenere il proprio dominio. La descrizione del comportamento dei narcotrafficanti colombiani nelle strade statunitensi pare ricavata dalle scene del serial tv Miami Vice. Percio', riflettendoci, questo libro e' la dimostrazione di come sono state le peripezie di Griselda Blanco, in Florida, ad ispirare la serie, e non il contrario.
Il filo che ha seguito dopo la morte di Griselda Blanco mostra perche' Martha Soto sia la migliore giornalista in Colombia nell'ambito del giornalismo investigativo, cosa che non e' poco in un Paese che si mette in evidenza per i propri giornalisti in questo ambito.
Dopo che Griselda Blanco fu uccisa, ex-agenti investigatori della Polizia e avvocati della mafia cominciarono a passare a Martha dei dati inediti sulla vita di questo personaggio, elementi che la giornalista comincio' ad archiviare senza nessuno specifico proposito. Dopo aver accumulato questa documentazione sembra che abbia deciso, da sola, che era giunto il momento di ordinare i dati e passare dalla passivita' della raccolta a rintracciare dati che confermassero queste informazioni, e cominciare a dare una forma di libro a questa storia appassionante e terrificante.
Le informazioni raccolte le hanno consentito di identificare due filoni di indagini. Uno per verificare quale delle informazioni raccolte su Griselda Blanco erano certe e verificabili, e quante invece facessero parte della leggenda che si era alimentata sulla vita di questo tipo di personaggio. L'altro filone era la ricerca dei dati reali e ufficiali sulla sua vita criminale e personale prima di andarsene in Usa e dopo il suo ritorno in Colombia diversi anni dopo.
Quest'ultima e' la ricerca di maggiore interesse sulla donna che ordino', direttamente, la morte di circa 250 persone e che invento' il modo di usare i sicari, si' che non aveva contro di lei nessun procedimento giudiziario in Colombia. Nonostante facesse parte della lista dei delinquenti latitanti piu' ricercati dalle autorita' Usa, fino al giorno della sua morte nessuna autorita' colombiana pare che sapesse qualcosa su di lei.
L'obiettivo principale di Martha Soto e' stato di entrare in possesso di quelle che i giornalisti chiamano fonti dirette, ricerca che e' di particolare difficolta' nel caso di una vita piena di azzardi e violenze come quella di Griselda Blanco. Inoltre bisogna considerare che buona parte della sua storia criminale si era svolta fuori della Colombia. Si e' trattato di ricercare vecchi soci, sicari di altre epoche, agenti della DEA in pensione, avvocati statunitensi e colombiani, familiari, esponenti del Cartello di Medellin e narcotrafficanti in pensione disposti a ricostruire la storia della “Madrina” della mafia.
Considerando che si sta parlando di una generazione vecchia di narcos -tanto che si puo' valutare che abbiano avuto parte nella genesi del narcotraffico- Martha ha potuto rintracciare e incontrare questo tipo di testimoni, che vanno da un amico di uno dei primi mariti di Griselda fino ad un vecchio narcotrafficante che mollo' il giorno in cui uccisero suo figlio Osvaldito, passando dai ricordi di un ex-ministro e di un sicario al soldo della Madrina.
Quasi tutti questi personaggi si sono messi d'accordo per essere menzionati, hanno consegnato documenti, hanno fatto individuare tombe di personaggi chiave (come il pilota di Pablo Escobar che fu sepolto vivo con il suo aereo), beni con documenti imboscati e numerose altre persone coinvolte nel mondo illegale della vita di Griselda Blanco.
Quando ha finito di parlare con le fonti in carne ed ossa, Martha ha iniziato a confrontare queste informazioni con i documenti che sono negli archivi del Dipartimento di Giustizia degli Usa, e con le indagini aperte all'epoca contro Griselda e contro la sua organizzazione, documenti che fino ad allora nessuno aveva analizzato. Poi ha consultato i suoi spostamenti da un Paese all'altro e i documenti relativi ai suoi mariti e ai suoi figli. Ed ha scoperto le disperate manovre giudiziarie di Griselda e del suo avvocato per evitare il carcere e la sedia elettrica.
I pezzi sono stati assemblati uno ad uno deselezionando i miti e rivelando episodi inediti sulla mafia.
Graie ad un lavoro sul campo, i beni della Madrina sono stati rintracciati in tutti i pubblici uffici e presso notai di Medellin. Un lavoro che ha permesso di fare un inventario delle sue proprieta' dal 1965 fino al 2013. Valori, dati, descrizioni di beni, ricevute fino alla copia dell'ultimo noleggio di auto.
Da questo sono emersi i documenti della Procura con il timbro “urgente” e l'inedita autopsia che descrive passo per passo i momenti in cui trovo' la morte e le cicatrici accumulate nell'arco dei suoi 69 anni. Questo documento si e' trasformato in un magnifico filo conduttore letterario messo insieme da Martha Soto per raccontare questa storia.
Questo dettagliato resoconto dei passi investigativi fatti da Martha Soto servono a far risaltare come il filo conduttore di questo lavoro si compone di testimonianze reali e documenti ufficiali che si possono verificare, un modo poco usale quando si esplora il losco mondo della malavita.
In virtu' della gran quantita' di elementi a carattere cinematografico di questa storia, altri hanno usato l'immaginazione narrativa, ma Martha ha mantenuto i piedi per terra dall'inizio alla fine.

(articolo di Roberto Pombo, direttore del quotidiano di Bogota' El Tiempo, pubblicato sullo stesso giornale il 14/04/2013)
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