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Recensioni Cinema-fiction. Il problema dei 3 corpi
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Articolo di Marco Solferini
2 aprile 2024 11:46
 
  E' una serie televisiva Netflix che si inserisce nel filone noto come hard science fiction, cioè quelle produzioni che traggono ispirazione da teorie scientifiche attuali e vedono nella scienza ad alto contenuto tecnologico uno degli argomenti più presenti nella narrazione.

L'idea di base non è nuova alla fantascienza cioè il fatto che l'umanità entri in contatto con una razza extraterrestre il cui primo contatto potrebbe essere molto problematico. Di mitici "Visitors" agli alieni sterminatori di "Indipendence Day" finanche alle contemporanee teorie cospirative circa la presenza dei c.d. "Grigi" (ospiti di numerosi film e serie tv) e di altre razze aliene, il filone è stato percorso in ogni modo possibile, che fosse "Alien", o "Predator" o "l'Invasione degli ultracorpi", il risultato è più o meno una probabile "Guerra di Mondi".

In questo caso a chiamare gli alieni ci pensa una dottoressa, una scienziata cinese che nel pieno della guerra fredda assiste all'avvento del Partito comunista cinese in tutta la sua brutale negazione del plausibile scientifico con tanto di omicidio a suon di botte del padre in pubblica piazza perché questi, professore di fisica, non rinnega Dio attraverso la scienza. La figlia assiste a questa esecuzione brutale e rimane traumatizzata. Finita ai lavori forzati la sua intelligenza e preparazione la portano a lavorare in una stazione segreta (ma nemmeno tanto in fin dei conti laddove il complesso sorge vicino al campo di lavori forzati) dove campeggia una grande antenna parabolica in modello deep space network, ben custodita dietro recinzioni e presidi di guardia.

In questa struttura si inviano messaggi nello spazio.

Siamo negli anni 60 quindi in piena esplorazione dello spazio con il metodo scientifico che porta a tentativi e teorie sempre più avveniristiche. La super scienziata scopre infatti che mandare messaggi a mo' di stazione radio nello spazio corre il rischio, datasi la vastità del cosmo, di essere un meccanismo troppo lento per dare risultati apprezzabili ma a quanto pare ella si accorge che spedendoli direttamente contro il sole la velocità passa metaforicamente da quella di un utilitaria a una macchina da corsa. Naturalmente le viene impedito da parte dei suoi superiori (che senso abbia avere la super scienziata super intelligente che si rende conto, unica dentro la stazione, di una cosa del genere se poi non gliela fai fare, resta un mistero). Ma lei disobbedisce e di nascosto invia il messaggio con cui chiede a una razza extraterrestre di salvare l'umanità. Ella infatti è rimasta così traumatizzata dal comunismo in versione regime totalitario che ritiene il mondo sia sul baratro (apprezzabile sullo sfondo la tematica ambientale dove si evince come la superpotenza cinese stesse già depredando le risorse in modo indiscriminato abbattendo alberi senza pietà).

Ebbene, qualcuno l'ha presa sul serio.

Arriviamo ai giorni nostri quando un altra scienziata che ha appena fatto una scoperta nelle nano fibre a dir poco rivoluzionaria è preda di un allucinazione: vede costantemente davanti a sè un conto alla rovescia. Inquietante ma a quanto pare vero (anche se solo lei lo può vedere). E si scopre pure che altri prima di lei, tutti scienziati hanno subito la stessa sorte. A quanto parte non è il caso di farlo arrivare a zero questo conto alla rovescia. Un pò di morti sembrano sconsigliarlo. Non solo, ma riceve anche la visita di un emissario misterioso. Una donna che sfugge alla vista di chiunque altro. O meglio delle telecamere che non riescono ad inquadrarla.

La giovane scienziata fa parte di un gruppo di amici nerd super intelligenti, tutti in qualche modo dotati di ottime preparazioni scientifiche, uno dei quali purtroppo gravemente malato e destinato a morire per via di tumori, mentre un altro ha ottenuto successo commerciale ed è diventato milionario. Il gruppo è molto unito e si confida, aiutandosi a vicenda. La scienziata rinuncia al suo progetto sulle nano fibre e il conto alla rovescia scompare, è proprio il caso, dai suoi occhi.

Tutto bene? Neanche per sogno. Sullo sfondo infatti si delineano due fazioni, una "credente" in un signore superiore sconosciuto che sta arrivando dallo spazio profondo per salvare l'umanità e un altra più militarizzata che più o meno coincidendo con un super servizio d'intelligence a difesa della Terra cerca di contrastare la prima fazione.

Insomma, da una parte chi crede che gli alieni saranno buoni e caritatevoli mentre dall'altra chi è convinto che saranno spietati conquistatori.

I secondi paiono avere ragione ed ecco quindi che la trama della serie manifesta tutto il suo tenore quando è chiaro che tra circa 400 anni gli alieni arriveranno, nel frattempo loro ci osservano in tutto e per tutto inviando addirittura due sifoni o meglio due super occhi nel cielo che vedono tutto, osservano ogni cosa e a cui non può sfuggire nulla se non quello che pensiamo. Inoltre utilizzano alcuni accoliti per agire in nome e per loro conto.

Il punto è che questa civiltà è più avanzata dalle nostra e come tale vuole impedire che nel mentre di questo lungo viaggio la razza umana sviluppi tecnologie tali da poterli contrastare; del resto dopo un viaggio di 400 anni sarebbe abbastanza fastidioso prenderle di santa ragione e tornare da dove sono venuti.

Fra l'altro non potrebbero nemmeno farlo perché la loro civiltà appartiene a un mondo che è stato devastato da cambiamenti climatici estremi dovuti alla presenza di tre soli nella loro galassia; la situazione era insostenibile e per spiegarla agli umani che agiscono come accoliti inviano sulla terra, tramite emissari locali, dei super visori da realtà virtuale. Ma ovviamente parliamo della versione 1000.0 cioè quella degli alieni, nulla a che spartire con quelle nostrane e pertanto se uno indossa il visore in questione viene catapultato in una sorta di gioco di sopravvivenza dove con un realismo estremo e totalizzante assiste alle varie fasi della insostenibilità e invivibilità dell'ambiente da cui provengono questi esseri di un altro mondo.

Naturalmente noi li vediamo con fattezze umane, anzi con splendide fattezze in quanto si mostrano attraverso una giovane spadaccina dal fisico atletico e spartano, di bellezza immacolata, fiera quanto risoluta. E' lei la comunicatrice che recluta accoliti e porta messaggi inquietanti a coloro che "giocano" questa realtà virtuale.

Manco a farlo apposta tutto il gruppo nerd di amici entra più o meno a contatto con questa versione survivalista della VR e passandosi parola comprende che il destino del mondo è appeso a un filo pertanto ci sono "solo" 400 anni prima di essere (si presume) spazzati via.

Cominciano quindi i preparativi per la difesa.

La narrazione ha il pregio di essere incalzante. Ben costruita e ben organizzata. La gestione esperienziale della vita della scienziata cinese, dal passato al presente è senza dubbio resa credibile da un minutaggio adeguato a caratterizzare il personaggio. La sua evoluzione non tralascia i dubbi e le perplessità di una scelta così implicante responsabilità assolute quale è stata quella di decidere per tutta la collettività "umana". Tema di stretta attualità.

La qual cosa accade con tutti i protagonisti. Ottimamente recitata (una parte del cast come della produzione è il medesimo del celebre "Trono di Spade") la serie poggia su un solido montaggio che massimizza le sotto trame dei singoli e il loro carattere relazionale cercando di mitigare la dimensione del più grande con quella ateo-deduttiva del più piccolo. La presenza del malato terminale offre un punto di vista particolarmente malinconico e realista sul senso della vita, sull'amore e sulla non necessità di raggiungere risultati importanti nella carriera per beneficiare di un dono prezioso: l'amicizia.

E' il tema migliore questo. Le relazioni umane. Che ci rappresentano e ci identificano come esseri umani. E forse legittimano il nostro desiderio di non estinguerci. Di migliorare da soli.

Il determinismo delle istituzioni che puntano alla difesa con atteggiamento militarizzante serve per dare un ritmo incalzante alla storia. Affinché sia "avventurosa" è necessario che si sviluppi un conflitto con una sproporzione a nostro sfavore. Ci piace l'idea di vedercela con un nemico sconosciuto (gli alieni che avanzano inesorabili) e che possono fare qualunque cosa, sia che si tratti di farci vedere un conto alla rovescia o far brillare le stelle o addirittura circondare la terra da una sorta di occhio onniveggente.

Va precisato che si sono alcune difformità rispetto alla versione letteraria, cui la serie è ispirata, laddove i romanzi di Liu Cixin sono una trilogia molto interessante e premiante sicuramente da scoprire per tutti coloro che non l'hanno ancora letta. Da leggere a prescindere dall'avere visto la serie in questione.

In questo adattamento tante cose funzionano dal punto di vista della consumabilità di un prodotto sci-fi che senza dubbio ha il pregio di poter piacere, interessando, a molti spettatori avvicinandoli anche a numerose teorie che vengono a più riprese citate, dal paradosso di Fermi, ad Einstein, in particolar modo partendo da un presupposto molto attuale e cioè che le maggiori scoperte nell'immensamente grande paiono svilupparsi anzitutto dall'immensamente piccolo, cioè nella fisica quantistica.

La recitazione è notevole. Gli attori spesso sono chiamati a una serie di duetti o monologhi a due personaggi dove esprimono concetti esistenziali in ambientazioni molto ben ricreate, con colori a tratti freddi, a tratti caldi e persino caleidoscopici che variano a seconda dello stato d'animo. La sensazione che si tratti di una sorta di testamento visivo, un soliloquio espresso alla presenza di un grande fratello onniveggente simil a Dio è premiante per rendere alcune performance notevoli. In questo la prova dell'attore Alex Sharp e dell'attrice Jess Hong sono davvero immedesimanti, il primo elogia un raziocinio disarmante e veritiero a tratti Baconiano e a tratti Shakespeariano nel suo monologo in ospedale prima di spegnersi la vita relegandola a un esperimento scientifico incalzato dagli orrori che potrebbero attenderlo in quella che sarebbe una possibile rinascita mentre la seconda sviluppa un elogio all'empatia con la ragazzina che non riesce a salvare dalla catastrofe simulata nella realtà virtuale che racconta la storia della fine del mondo degli alieni. E forse le loro ragioni.

C'è tantissima umanità. C'è strazio. Inconcludenza. Debolezza. Bellezza. Assuefazione. C'è davvero la drammaticità dell'irruenza dei sentimenti, questi incompresi che però ci accompagnano nel percorso della vita. Che è sempre un metterci in gioco. E una continua scoperta.

Tuttavia ci sono anche tante cose che funzionano a intermittenza se non poco.

La prima è il problema più che dei tre corpi, dei 400 anni.

L'idea che oggi sarà l'attuale razza umana a gettare le basi strategiche per questo confronto che avverrà tra moltissimo tempo è irrituale. E' vero che gli alieni sono furbi e vogliono bloccare il nostro sviluppo scientifico quindi tenerci in una sorta di bolla spazio temporale fermi alla tecnologia odierna o poco altro, che è molto inferiore alla loro ma nel contempo si tralascia come i mutamenti della razza umana in un lasso di tempo come 400 anni sono imprescindibili dalla nostra volontà. Basterebbe il cambiamento climatico o la sovrappopolazione forse a risolvere il problema degli alieni che troverebbero un Mondo molto diverso da come se lo aspettano all'epoca della chiamata.

Poi c'è il discorso inerente al viaggio di una civiltà che è in grado di affrancarsi dalla fisicità del pianeta d'origine ma non ha i mezzi per andare un pò più veloce. Niente velocità alla "Star Trek" per capirci o salti nell'iperspazio alla "Guerre Stellari". Ma il punto è che da una civiltà in grado di creare un sifone che tutto vede e sente, cioè un super satellite che avvolge la terra mi aspetto qualcosa di più anche perché i 400 anni passano pure per loro quindi il progresso un minimo si dovrebbe sentire. Mi sarei aspettato perlomeno un Freccia Rossa spaziale invece ho la sensazione che questi alieni viaggino su di un onorevole regionale..

E ancora. Da sempre c'è convinzione che una civiltà tecnologicamente superiore non avrebbe alcuna difficoltà a colonizzare un pianeta come le Terra. Ricorrere a una sorta di sbarco in Normandia con navi spaziali a go-go è improbabile. Questo è un immaginario nostrano figlio di una idea personalizzata sulla nostra percezione delle dimensioni e dello spazio-tempo nonché sui nostri sensi dominanti. Forse è quello che faremmo noi. A ben guardare quindi o si tratta di extraterrestri che siano però altri umani oppure è difficilissimo ipotizzarlo. Senza contare poi che ci sono un immensità di pianeti uguali alla Terra in giro per lo spazio e nelle galassie quindi venire proprio qui è una fatica inutile ben potendo al limite terraformare esopianeti simil Kepler & Co (la qual cosa stiamo pensando di fare pure noi che siamo comunque parecchio arretrati nell'esplorazione).

Eccoci quindi al problema di fondo. Questi superiori sconosciuti sono "super" in alcune cose ma in altre sembrano un po' come il mitico Sceriffo Extraterrestre, poco extra e molto terrestre. Agiscono come noi. Pianificano come noi. Tralasciando alcune sequenze abbastanza poco credibili (fra tutte quelle dell'ipotetico Signore delle stelle che ascolta la fiaba di cappuccetto rosso e siccome comprende che esistono le bugie e la simulazione teme che la razza umana sia tanto bugiarda quanto simulatrice perciò arriva addirittura ad "averne paura")..

Ci sarebbe poi da riflettere sul c.d. problema dei tre corpi. In origine era dei due corpi celesti e fu risolto da Newton (la ricerca di una traiettoria dei corpi che interagiscono tra di loro sotto la spinta di un unica forza gravitazionale), ma qui mi pare di aver inteso che abbiamo tre soli quindi contando anche il pianeta degli extraterrestri siamo a quattro corpi celesti. La spiegazione del rompicapo irrisolvibile è comunque comprensibile e spiegata attraverso le simulazioni durante la full immersion nella realtà virtuale. Tuttavia ho la sensazione che sia più geometrica che analitica in termini perlomeno previsionali.

Il Problema dei 3 corpi è una bella serie. Che ha tanti elementi a proprio favore ed è in particolare appassionante, ben costruita e con un climax costante ma che lo spettatore deve anche prendere con il beneficio del dubbio, peraltro riservato sempre alla fiction.


 
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