C'è voglia di solidarietà e di condivisione nell'aria. E non c'entra niente il Natale. Perché ormai da qualche mese a Bologna si sta concretizzando qualcosa di nuovo e, al tempo stesso di antico. Via Fondazza, strada del centro storico, nota soprattutto per essere stata la residenza del pittore Giorgio Morandi, è la prima “Social street” d'Italia. Si tratta di un esperimento di “buon vicinato 2.0” che ha preso il via dalla creazione di un consueto gruppo su Facebook, ma che nel giro di poche settimane è passato dal virtuale al reale. I “Fondazziani” sono ormai 700, circa la metà dei residenti in questa strada, si sono aggregati grazie a un obiettivo comune: conoscersi, creare un rapporto di fiducia, cioè superare il muro di freddezza che troppo spesso caratterizza il clima delle nostre città.
La paternità dell'idea appartiene a Federico Bastiani, giornalista free lance di origini toscane, che, approdato a Bologna con moglie e un figlio di 21 mesi, ha pensato di usare i social network per trovare nuovi amici tra i vicini di casa. Le risposte sono state moltissime. E dai semplici post sono velocemente passati agli incontri, allo scambio di consigli e a una piccola economia parallela anticrisi e antispreco, fatta di baratto, prestiti... C'è chi ha diffuso la password della propria connessione Internet, chi aiuta l'anziana vicina di casa a portare la spesa, chi si offre per le piccole riparazioni e chi ha messo a disposizione uno spazio per far giocare i bambini.
Si è creata insomma una piccola comunità di persone che, insieme all'indifferenza cercano di combattere anche gli effetti di una recessione prolungata.
L'esperimento bolognese si sta diffondendo in tutta Italia. Grazie al tam tam della Rete sono già nate una quarantina di social street e altre 35 sono in fase di costituzione.
Su www.socialstreet.it si possono trovare tutte le informazioni utili per seguire le orme di via Fondazza.

* giornalista free lance, collaboratrice Aduc