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Svizzera. Inquietudini per la legalizzazione della cannabis
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Articolo di Rosa a Marca
27 agosto 2003 17:27
 
Il caldo di quest'estate non ha favorito soltanto i vigneti, ma anche le piantine di canapa sulle terrazze di Zurigo. Per i 500.000 consumatori svizzeri non e' pero' il caso di esultare. Speravano che presto sarebbero stati liberati dall'ultimo residuo di illegalita', invece la repressione si sta rafforzando proprio alla vigilia della prevista depenalizzazione della cannabis. Da mesi la polizia interviene massicciamente contro negozi e piantagioni di canapa, e la liberalizzazione e' scivolata nelle retrovie, con i politici che s'ingegnano a rinviare la votazione della nuova legge sugli stupefacenti.
Se la proposta iniziale venisse approvata, la Svizzera compirebbe un passo avanti rispetto a tutti gli altri Paesi, Olanda inclusa. La bozza di legge prevede infatti oltre alla depenalizzazione del consumo, anche le regole per la vendita e la produzione di cannabis. Ambedue rimarrebbero illegali, ma tollerate a precise condizioni, come l'indicazione del tipo e della quantita' di canapa coltivata o a chi e' destinata e verrebbe fissato il limite massimo del principio attivo Thc.
Gli esperti di tossicodipendenze approvarono il progetto di legge presentato a suo tempo dall'ex ministra della Sanita' Ruth Dreifuss, e un sondaggio effettuato nel 2000 indicava che la maggioranza degli svizzeri era favorevole alla legalizzazione. Anche in Parlamento si era formata una solida maggioranza. Ma dall'autunno del 2002 il vento e' cambiato. Gli oppositori hanno cominciato a farsi sentire: insegnanti alle prese con studenti "fumati", genitori preoccupati, clinici che segnalano la crescente concentrazione di Thc e le sue conseguenze negative sull'organismo e la psiche degli adolescenti. A cio' si aggiunge l'Onu che ha definito la legalizzazione un "errore storico", e i ministri dell'Interno del Baden-Wuerttemberg e della Baviera che prevedono per la Svizzera un futuro di turismo della droga.
Questa campagna contraria ha dato copiosi frutti. Soprattutto tra i cristiano-democratici (Cvp). Ma anche i liberali (Fdp) e i socialdemocratici ( (Sp), fautori negli anni Novanta di una politica liberale sulle droghe, non sembrano piu' tanto convinti, al punto di fare pressione per rinviare la votazione. Probabilmente se ne riparlera' l'anno prossimo poiche' in ottobre si tengono le elezioni e nessuno vuole spaventare gli elettori con un tema tanto delicato.
Nel frattempo la giustizia si barcamena tra leggi poco chiare e spinte contraddittorie. C'e' da aspettarsi che la riforma, con il piu' che probabile passaggio referendario, non sara' operativa prima del 2006.
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