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Thailandia. Altri 2000 morti come regalo a Sua Maesta'?
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Articolo di Alessandro Garzi
12 settembre 2003 19:35
 
Il "Bangkok Post", quotidiano thailandese in lingua inglese, ha annunciato con una breve notizia, che il 2 ottobre, ripartira', in grande stile la "guerra alla droga". L'obiettivo del primo ministro Thaksin Shinawatra e' quello di "ripulire la Thailandia dalle droghe" entro il 2 dicembre, per poter fare questo "dono" al re, che compie gli anni il 5, come ha annunciato il ministro degli Interni Wan Muhamad Nor Matha.
Un meeting tra le autorita' e le forze dell'ordine ha stabilito che "verra' raddoppiato ogni sforzo" a partire dal 2 ottobre, e che la campagna, di durata di due mesi sara "intensa e prendera' in considerazione tutte le comunita' i villaggi, le scuole e le fabbriche".
La prima fase, secondo quanto riporta questo comunicato, e' stata quella tra il primo gennaio e il 30 di aprile, basata sulle forze di polizia e sulla riabilitazione, la seconda fase, fino al 2 ottobre si e' concentrata su "aggiustamenti strategici", mentre gli ultimi sessanta giorni saranno l'offensiva finale fino a tre giorni dal compleanno del re.
Data l'importanza che i media italiani hanno dato all'argomento (per quanto si fosse in piena guerra all'Iraq), e' bene fare un minimo di riassunto di quella che e' stata la war on drugs del primo ministro Thaksin, perche' a leggere il pezzo sul "Bangkok Post" si potrebbe pensare, a parte la "nota di colore" di far coincidere la fine della battaglia con il compleanno del re e la promessa non proprio mantenibile di "ripulire dalle droghe" un Paese di milioni di consumatori, l'annuncio non desta particolare preoccupazione.
Nella scorsa primavera, con il silenzio totale dei media nostrani, ma con un bel silenziatore parziale anche da parte di media come la Bbc, con le sole voci di alcuni parlamentari e di alcuni membri dell'Amministrazione Usa, il primo ministro ha dato il via alla prima fase, che gia' il primo maggio "alle nove di mattina", come dichiaro' Thaksin, avrebbe liberato la Thailandia dalla droga. Dopo aver attuato la pena di morte per gli spacciatori, dopo aver proposto di trasmettere le esecuzioni in Tv, e dopo le celebrazioni che continuiamo a definire "bulgare" nei villaggi liberi dalle droghe, il primo ministro ha dato il via alle maniere forti. Nel giro di due mesi si sono verificate 2275 "morti accidentali" di trafficanti o presunti tali, dapprima giustificati con l'entrata in scena di una nuova banda di trafficanti che faceva guerra agli altri, e che era nata proprio in quel momento (questa giustificazione fece addirittura sbilanciare la Bbc), per poi dire che si trattava di casi di legittima difesa, con tanto di immagini dei "trafficanti" (c'e' un problema di traduzione del termine, probabilmente, quello thailandese deve avere un significato piu' "ampio") uccisi con la pistola in una mano ed un sacchetto di anfetamine nell'altra, per poi passare alla giustificazione finale di una cinquantina di casi di legittima difesa, per incolpare per gli altri, di volta in volta, i boss che uccidevano gli informatori, le bande che si uccidevano tra di loro, insomma, roba interna, "criminali che uccidono altri criminali", come ebbe a dire un ufficiale dell'Esercito.
La cifra dei morti in questa guerra, verso la fine del termine prefissato, si fermo' di colpo dopo che le organizzazioni per i diritti civili thailandesi e straniere, stavano cominciando a lanciare l'allarme. Alcune di queste, sostengono che la guerra sia, in realta', andata avanti, ma che sia rimasto fermo il numero di morti ufficiali.
Il 30 aprile, Thaksin annuncio' al mondo che la sua guerra alle droghe era vinta, con il numero di "trafficanti eliminati" che sappiamo (quasi tutti, secondo lui dovuti a faide interne) 81.000 arresti e circa 250.000 tossicodipendenti avviati ai servizi di recupero. Ma il consumo di droga, non si sa su quali dati, veniva dato come calato del 90%.
Quello che si sa e' che nel periodo "caldo" della war on drugs, a Klongtoey, il quartiere dormitorio di Bangkok, le metanfetamine non sono mai mancate.
Dopo la "fase di transizione", che e' servita piu' che altro per mandare via le nubi che si stavano addensando sulla Thailandia, anche da parte di esponenti Onu, il Governo ha rilanciato l'offensiva antidroga.
Sicuramente, stavolta, le autorita' non saranno cosi' tanto "ingenue" dal rilasciare bollettini settimanali con il numero dei morti ammazzati dalla polizia o dall'esercito (a questo punto e' chiaro), ma sicuramente, verra' scatenata un'altra caccia all'uomo, con la scusa, si puo' dire, del traffico di droga.
Stavolta si spera, senza il silenzio dei media.




Per approfondimenti: Altre notizie sulla "war on drugs" thailandese
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