testata ADUC
 USA - USA - Usa. Chi si merita la vita?
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Cinzia Colosimo
18 settembre 2003 19:48
 
Quando la ricerca sulle cellule staminali inizio' a dare i primi risultati concreti, gli scienziati notarono che le applicazioni possibili erano molte, e che le malattie piu' gravi potevano realmente essere combattute.
La lista si rivelo' subito lunga e difficoltosa: il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, il diabete, il morbo di Lou Gherig, le lesioni al midollo spinale, tutti nemici giurati incontrastati del benessere fisico. Poi sono giunti i problemi politici: leggi inadeguate o inesistenti, pressioni da parte dei gruppi pro-life, ostacoli di natura culturale ed economica, e i tanto acclamati problemi etici. Di questi ultimi in particolare si e' discusso largamente, da quando l'embrione umano e' diventato non solo soggetto ma anche oggetto della ricerca.
Se pero' ribaltiamo il concetto di problema "etico" e per un attimo lo analizziamo dall'ottica del medico, che ha a che fare non solo con provette e microscopi ma con persone in carne ed ossa che soffrono, il quadro generale puo' risultare sicuramente piu' completo. "Le staminali possono veramente porre fine al dolore generato dalle malattie piu' gravi, solo se la scienza si dedica a una patologia per volta", nota Roger Pedersen, professore di medicina rigenerativa all'University of Cambridge. "Questo si che e' un reale problema etico. Il diabete, il Parkinson, la sclerosi, sono state analizzate dai ricercatori molto attentamente. Ma nella realta' dei fatti, noi non possiamo permetterci di dividere i nostri sforzi. Dobbiamo concentrarci su una patologia alla volta, crearci un database di conoscenze e poi rivalutarle sotto altre ottiche. Decidere tra i sintomi degenerativi della sclerosi o del Parkinson, che compaiono generalmente in eta' adulta, e quelli del diabete giovanile ad esempio, rischia di diventare un problema personale per ogni singolo scienziato".
Un'osservazione di questo genere non e' altro che la conseguenza della limitazione della ricerca. Quando i Governi sono contrari, quando i soldi mancano, quando il personale non e' sufficientemente qualificato, capita che gli sforzi debbano concentrarsi su un ristretto gruppo di persone. Le quali si ritrovano ad affrontare tutti i problemi da soli, costretti ad occuparsi dei cavilli legali, dei finanziamenti e delle questioni etiche contemporaneamente. Il risultato e' che la cura della vita rischia di diventare un privilegio per pochi. Una sorta di "merito". Chi puo' dire pero' chi si "merita" attenzioni mediche e chi no?
Ovviamente nessun scienziato vorrebbe e darebbe questa risposta. Ma le malattie sono una realta', e non resta che dare la priorita' alla ricerca in senso lato, con la speranza che i frammenti di conoscenze ottenuti in tutto il mondo divengano sempre piu' complementari.
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS