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 USA - USA - Usa. Donazione di ovuli: California e Corea del Sud allineate
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Articolo di Cinzia Colosimo
27 ottobre 2005 17:53
 
Una clinica per la cura della sterilita' di San Francisco ha annunciato che nei prossimi mesi iniziera' una campagna di raccolta "ovuli", offerti da donne volontarie che li affideranno alla ricerca.
Il Pacific Scientific Center spera di poter offrire il prezioso materiale alla clinica sud coreana che sta portando avanti il piu' grande progetto di conservazione delle cellule staminali, il World Stem Cell Hub. "Hub" che sta per cuore, fulcro, banca mondiale; un progetto che solo i sud coreani potevano osare per il momento storico-scientifico in atto. E un'occasione simile non poteva non essere accolta, seppur in modo trasversale, dai colleghi californiani, competitivi e subito disposti a mettersi in gioco.
Il direttore del centro statunitense, Phillip Chenette, ha infatti dichiarato: "Nella Bay Area stiamo assistendo ad una crescita esponenziale dei progetti di ricerca nel campo delle cellule staminali. E di fronte ad un evento come quello sud coreano non possiamo tirarci indietro: la possibilita' di avere, a livello mondiale, staminali embrionali sane e sicure in laboratorio, e' una novita' troppo allettante, e vogliamo farne parte".
La raccolta consistera' innanzitutto in una campagna di informazione sulla donazione di ovuli: dove vanno a finire, per quali scopi vengono utilizzati e quali sono le modalita' di conservazione. Successivamente verranno selezionate donne fertili in eta' compresa fra i 20 e i 30 anni, in buona salute fisica e psichica, alle quali verranno estratti gli ovuli dopo una stimolazione ormonale e una leggera anestesia. La procedura di prelievo dura circa 30 minuti, e con un ciclo di stimolazione si possono ottenere fino a 10 ovuli. "Abbiamo gia' organizzato degli incontri e ne abbiamo parlato con ipotetiche volontarie" spiega Chenette. "Rimangono sempre affascinate dall'idea di poter aiutare qualcuno con questo gesto. Comprendono l'importanza di questa tecnica".
I cosiddetti bioeticisti cauti hanno gia' messo in guardia le donne che danno segni di volerne sapere di piu': la donazione di ovuli, dicono, non e' un intervento semplice e porta molte controindicazioni. Oltretutto, a differenza di altre sperimentazioni, il volontario direttamente coinvolto nella ricerca non ne ottiene alcun beneficio. Marcy Darnovsky, portavoce del Center for Genetics and Society, sostiene infatti che tali raccolte dovrebbero essere condotte con piu' trasparenza e maggiori garanzie per le volontarie. Il rischio, secondo la Darnovsky, e' che si crei un business di donne sane che vendano i loro ovuli per arrotondare lo stipendio. Mentre per David Magnus, ricercatore di Stanford, le istituzioni coinvolte in tali attivita' dovrebbero prendere in maggiore considerazione questa nuova categoria concettuale e settoriale, i "donatori alla ricerca", che offrono "parti di se'" in maniera disinteressata.
Gli scienziati californiani non hanno comunque ancora deciso se e in che misura le donne volontarie verranno compensate; tra le ipotesi la piu' probabile e' che lo Stato paghi le spese sanitarie per l'intervento, ma non offra altra ricompensa. Per quanto riguarda le misure di garanzia, Chenette assicura che "il centro e' allineato con i piu' alti standard di amministrazione dei dati privati e intende operare nel miglior beneficio per la societa'".
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